Releasing Free Software if you work at a
University
http://www.gnu.org/philosophy/university.html
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Rilasciare software libero se lavorate all'università
All'interno del movimento del software libero,
crediamo che gli utenti informatici debbano godere della libertà
di modificare e distribuire il software che usano. Il termine
"free", riferito al software libero, indica la libertà:
in altre parole, gli utenti hanno la libertà di eseguire,
modificare e ridistribuire il software. Il software libero contribuisce
alla conoscenza umana, al contrario di quanto fa il software non
libero. Le università dovrebbero perciò incoraggiare
il software libero per l'avanzamento della conoscenza umana, così
come dovrebbero incoraggiare ricercatori e studenti a pubblicare
i propri lavori.
Ahimè, molti amministratori universitari dimostrano una
tendenza caratterizzata dall'avidità verso il software
(e verso la scienza); vedono nei programmi l'opportunità
per trarne dei profitti, non per contribuire alla conoscenza umana.
Gli sviluppatori di software libero hanno dovuto far fronte a
questa tendenza per almeno vent'anni.
Quando iniziai a sviluppare il sistema operativo GNU, il primo
passo fu quello di lasciare il mio posto al MIT. Lo feci proprio
per impedire all'ufficio licenze del MIT di interferire con il
rilascio di GNU come software libero. Avevo pianificato un approccio
preciso per licenziare programmi GNU in modo che fosse assicurato
il mantenimento delle versioni modificate come software libero,
un approccio concretizzatosi nella GNU General Public License
(GNU GPL), e non volevo supplicare l'amministrazione del MIT perché
me lo lasciasse fare.
Nel corso degli anni, spesso esponenti universitari hanno contattato
la Free Software Foundation per chiedere consiglio su come convincere
gli amministratori che considerano il software soltanto come qualcosa
da vendere. Un buon metodo, applicabile anche a progetti finanziati
ad hoc, è basare il vostro lavoro su un programma già
esistente rilasciato sotto la licenza GNU GPL. A quel punto potete
dire agli amministratori: "Non possiamo rilasciare la versione
modificata con una licenza che non sia la GNU GPL, qualsiasi altro
modo violerebbe il diritto d'autore". Quando l'immagine del
dollaro sfumerà davanti ai loro occhi, generalmente acconsentiranno
a rilasciarlo come software libero.
Potete anche chiedere aiuto allo sponsor che finanzia. Quando
un gruppo della NYU [New York University] sviluppò il compilatore
GNU Ada con i fondi della US Air Force, il contratto prevedeva
esplicitamente la donazione del codice risultante alla Free Software
Foundation. Contrattate prima lo sponsor, poi chiarite gentilmente
all'amministrazione dell'università che non è possibile
rinegoziare l'accordo preso. Preferiranno avere un contratto per
sviluppare software libero piuttosto che non averne affatto, così
molto probabilmente acconsentiranno.
Per tutto ciò che fate, sollevate presto la questione --
sicuramente prima che il programma sia stato sviluppato per metà.
A questo punto, l'università avrà ancora bisogno
di voi e potrete giocare le vostre carte: dite all'amministrazione
che finirete il programma, lo renderete utilizzabile, se accetterà
per iscritto che sia software libero (e accoglierà la vostra
scelta di licenziarlo come software libero). In caso contrario,
ci lavorerete sopra quel tanto che basta per scriverne una ricerca,
e senza mai creare una versione sufficientemente evoluta da poter
essere distribuita. Quando gli amministratori si renderanno conto
che la scelta è tra avere pacchetti di software libero
che porteranno credito all'università o non avere proprio
niente, generalmente sceglieranno la prima opzione.
Non tutte le università seguono politiche basate sull'avidità.
La politica comunemente seguita alla University of Texas prevede
il rilascio come software libero sotto GNU General Public License
di tutto il software sviluppato al suo interno. La Univates in
Brasile e l'International Institute of Information Technology
di Hyderabad (India) seguono entrambe una politica favorevole
al rilascio di software sotto GPL. Sviluppando prima il supporto
per la facoltà, potrete riuscire a instaurare una politica
analoga nella vostra università. Presentatela come una
questione di principio: l'università ha la missione di
stimolare l'avanzamento della conoscenza umana, o il suo unico
scopo è quello di perpetuare se stessa?
Qualunque approccio usiate, aiuta mostrarsi determinati e adottare
una prospettiva etica, come facciamo nel movimento del software
libero. Per trattare il pubblico in modo eticamente corretto,
il software dovrebbe essere libero -- nel senso della libertà
-- per chiunque.
Molti sviluppatori di software libero professano ragioni strettamente
pratiche per farlo: sostengono di voler consentire ad altri di
condividere e modificare il software come espediente per renderlo
potente e affidabile. Se questi valori vi spingono a sviluppare
software libero, funzionante e utile, vi ringraziamo per il contributo.
Ma tali valori non vi offrono una forte presa per resistere quando
gli amministratori universitari tentano di convincervi a scrivere
software non-libero.
Possono, ad esempio, sostenere che: "Potremmo renderlo ancora
più potente e affidabile con tutto il denaro che potremmo
farci". Questa pretesa può o meno rivelarsi valida
alla fine, ma è dura da confutare a priori. Possono suggerire
una licenza che offra copie "gratuite, esclusivamente ad
uso accademico", sottintendendo così che il pubblico
generico non meriti la libertà e che ciò solleciterà
la cooperazione dei ricercatori, che è tutto quello di
cui (dicono) avete bisogno.
Se partite da valori "pragmatici", è difficile
trovare una buona ragione per rifiutare queste proposte senza
via d'uscita, ma potete riuscirci facilmente se basate la vostra
fermezza su valori etici e politici. Cosa c'è di positivo
nel creare un programma potente e affidabile a spese della libertà
degli utenti? Non si dovrebbe applicare la libertà sia
all'interno che all'esterno delle istituzioni accademiche? Le
risposte sono ovvie se la libertà e la comunità
rientrano tra i vostri obiettivi. Il software libero rispetta
la libertà degli utenti, mentre il software non libero
la nega.
Non c'è nulla che rafforzi la vostra risolutezza come sapere
che la libertà della comunità dipende, in primo
luogo, da voi stessi.
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Originariamente scritto nel 2002. Questa versione fa parte del libro Free Software, Free Society: The Selected Essays of Richard M. Stallman, GNU Press, 2002
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