Copyleft: Pragmatic Idealism
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Permesso d'autore: idealismo pragmatico
http://www.gnu.org/philosophy/pragmatic.it.html
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Copyleft: idealismo pragmatico
Ogni decisione presa nella vita emerge dai
valori e dagli obiettivi personali. Questi possono variare da
individuo a individuo; la fama, il denaro, l'amore, la sopravvivenza,
il divertimento e la libertà sono soltanto alcuni degli
obiettivi perseguiti da una brava persona. Quando l'obiettivo
è quello di aiutare tanto gli altri quanto se stessi, lo
si definisce idealismo.
La mia attività nel campo del software libero è
motivata da uno scopo idealistico: diffondere libertà e
collaborazione. Voglio stimolare la diffusione del software libero,
sostituendo il software proprietario che vieta la cooperazione,
per contribuire così al miglioramento della società.
Questa la motivazione centrale per cui la GNU General Public License
(Licenza Generica Pubblica) -- il copyleft. (Quest'ultimo è
anche noto come permesso d'autore, mentre il copyright
è il diritto d'autore). Tutto il codice aggiunto
ad un programma coperto dalla GPL deve essere software libero,
anche se incluso in un file a parte. Rendo disponibile il mio
codice affiché venga utilizzato nel software libero, e
non nel software proprietario, in modo da incoraggiare altri programmatori
a fare altrettanto.
La mia posizione è che, se gli sviluppatori di software
proprietario ricorrono al copyright per impedirci di condividere
i programmi, noi che preferiamo cooperare possiamo usare il copyright
per offrire ad ulteriori collaboratori un vantaggio particolare:
diamo loro il permesso di utilizzare il nostro codice.
Non tutti coloro che usano la GNU GPL puntano a un simile obiettivo.
Molti anni fa, ad un amico venne chiesto di ridistribuire un programma
già coperto da copyleft sotto termini non-copyleft, e la
sua risposta fu più o meno questa:
Talvolta mi occupo di software libero, altre volte di software proprietario -- ma in quest'ultimo caso, mi aspetto di essere retribuito.
Era disposto a spartire il proprio lavoro
con una comunità che condivide il software, ma non vedeva
alcun motivo di fare lo stesso con un'azienda i cui prodotti avrebbero
escluso tale comunità. Pur perseguendo uno scopo diverso
dal mio, riconobbe l'utilità della GNU GPL per il raggiungimento
dei suoi obiettivi.
Per ottenere qualcosa al mondo, l'idealismo da solo non è
sufficiente -- occorre scegliere un metodo che ci consenta di
raggiungere lo scopo prefisso. In altri termini, bisogna essere
"pragmatici". La GPL è pragmatica? Diamo un'occhiata
ai suoi risultati:
Prendiamo il compilatore GNU C++. Perché esiste un compilatore
C++ libero? Soltanto perché ciò viene stabilito
dalla GNU GPL. GNU C++ è stato sviluppato da un consorzio
industriale, la MCC, partendo dal compilatore GNU C.
Normalmente la MCC realizza prodotti quanto più proprietari
possibile. Ma hanno distribuito il front end C++ come software
libero, poichè secondo la GNU GPL questo era l'unico modo
per poterlo distribuire. Il front end C++ comprendeva parecchi
nuovi file, ma poiché erano stati progettati per essere
collegati con GCC, anch'essi dovevano aderire alla GPL. Il beneficio
per la nostra comunità è evidente.
Passiamo a GNU Objective C. Inizialmente NeXT (sistema operativo
creato da Steve Jobs, successivamente acquistato dalla Apple)
voleva farne un front end proprietario; proposero di distribuirlo
come file .o, lasciando agli utenti la possibilità di collegarlo
con il resto di GCC, ritenendo così di poter aggirare i
requisiti della GPL.
Ma secondo il nostro avvocato, ciò non avrebbe potuto eludere
tali requisiti e non era consentito farlo. E così distribuirono
il front end Objective C come software libero.
Questi esempi si riferiscono a diversi anni fa, ma la GNU GPL
continua a portarci sempre più software libero.
Molte delle librerie GNU rientrano sotto la GNU Library General
Public License (Licenza Pubblica Generica GNU per le Librerie),
ma non per tutte è così. Una di queste librerie
coperta dalla GNU GPL ordinaria è Readline, la quale implementa
l'editing a linea di comando. Una volta ho scoperto un programma
non libero che prevedeva l'utilizzo di Redline, e dissi all'autore
che si trattava di un uso non consentito. Egli avrebbe potuto
eliminare dal programma soltanto le funzionalità dell'editing
a linea di comando, ma in realtà decise di riditribuirlo
sotto la GPL. Ora è un programma di software libero.
Non di rado i programmatori che mettono a punto dei miglioramenti
a GCC (oppure a Emacs, Bash, Linux, o qualsiasi altro programma
coperto dalla GPL) lavorano presso qualche azienda o università.
Quando costoro vogliono ridistribuire quelle migliorie alla comunità
e vedere il proprio codice incluso nella versione del programma,
il datore di lavoro potrebbe dire:
Fermo lì -- quel codice ci appartiene! Non vogliamo condividerlo con altri; abbiamo deciso di trasformare la tua versione migliorata in un prodotto di software proprietario.
È qui che arriva in soccorso la GNU
GPL. Il programmatore chiarisce al datore di lavoro che un simile
prodotto di software proprietario costituirebbe una violazione
del copyright, e costui comprende di trovarsi davanti a due sole
possibilità: distribuire il nuovo codice come software
libero oppure non distribuirlo affatto. Quasi sempre al programmatore
ottiene carta bianca, e il codice viene inserito nella versione
successiva del programma.
La GNU GPL non è sempre accondiscendente. Dice "no"
ad alcune delle cose che talvolta si vogliono fare. Secondo alcuni
utenti, ciò sarebbe un elemento negativo -- la GPL "esclude"
degli sviluppatori di software proprietario che invece "occorre
portare nella comunità del software libero".
Ma non siamo noi ad escluderli dalla nostra comunità; sono
loro che scelgono di non entrarvi. La decisione di produrre software
proprietario significa scegliere di starne fuori. Farne parte
vuol dire unirsi contribuire al lavoro collettivo; non possiamo
"portarli nella comunità" se non vogliono unirsi
a noi.
Quel che possiamo fare è offrire loro un incentivo a farne
parte. La GNU GPL è progettata in modo da fornire loro
un incentivo sulla base del software preesistente: "Se rendete
libero il vostro software, potrete usare questo codice."
Naturalmente ciò non basta per convincere tutti, ma talvolta
funziona.
Lo sviluppo di software proprietario non porta benefici alla nostra
comunità, ma non di rado quei programmatori ci chiedono
di passar loro qualcosa. Gli utenti di software libero possono
dare qualche soddisfazione all'ego personale di quanti sviluppano
software libero -- riconoscenza e gratitudine -- ma la tentazione
è molto forte quando un'azienda ti dice:
Basta che tu ci consenta di includere il tuo pacchetto nel nostro programma di software proprietario, e questo verrà utilizzato da migliaia e migliaia di persone!
La tentazione potrebbe essere davvero forte,
ma a lungo termine è meglio per tutti riuscire a resistere.
È più difficile riconoscere le lusinghe e le pressioni
quando queste arrivano in maniera indiretta, tramite organizzazioni
di software libero che hanno adottato politiche favorevoli al
software proprietario. Ne offrono un esempio l'X Consortium (e
il suo successore, l'Open Group): finanziati da produttori di
software proprietario, per un decennio hanno cercato di convincere
i programmatori a non usare il copyleft. Ora che l'Open Group
ha distribuito X11R6.4 come software non-libero, quelli tra noi
che hanno resistito sono contenti di averlo fatto.
(Nel settembre 1998, diversi mesi dopo il rilascio di X11R6.4
con termini di distribuzione non liberi, l'Open Group ha fatto
marcia indietro, decidendo di ri-rilasciarlo sotto la medesima
licenza di software libero, priva del copyleft, usata per il precedente
X11R6.3. Ringrazio l'Open Group, ma il tardivo ripensamento non
invalida le nostre conclusioni sul fatto che fosse effettivamente
possibile aggiungere quelle restrizioni.)
A livello pragmatico, pensare agli obiettivi a più lungo
termine rafforzerà la capacità di resistenza contro
simili pressioni. Concentrando l'attenzione sulla libertà
e sulla comunità che si può costruire rimanendo
fermi sulle proprie posizioni, si rinsalda la volontà di
farcela. "Battiti per qualcosa o soccomberai per un nonnulla."
E se i cinici mettono in ridicolo la libertà e la comunità...
se i "realisti più intransigenti" sostengono
che l'unico ideale possibile è il profitto... basta ignorarli,
e continuare ad usare il copyleft.
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Originariamente scritto nel 1998. Questa versione fa parte del libro Free Software, Free Society: The Selected Essays of Richard M. Stallman, GNU Press, 2002
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