Perché il software non dovrebbe avere padroni
La tecnologia dell'informazione digitale
contribuisce al progresso mondiale rendendo più facile
copiare e modificare le informazioni. I computer promettono di
rendere questo più facile per tutti noi.
Non tutti vogliono che sia così facile. Il sistema del
copyright [diritto d'autore] dà ai programmi software dei
"proprietari", molti dei quali mirano a nascondere i
potenziali vantaggi del software ad altri. Vorrebbero essere i
soli a poter copiare e modificare il software che usiamo.
Il sistema del diritto d'autore è nato e cresciuto con
la stampa - una tecnologia per la produzione di massa di copie.
Il copyright si adatta bene a questa tecnologia perché
pone restrizioni solo ai produttori di massa di copie. Non riduce
le libertà dei lettori di libri. Un lettore ordinario,
che non possiede una sua tipografia, può copiare i libri
solo a mano e pochi lettori sono stati perseguiti per questo.
La tecnologia digitale è più flessibile della stampa
tipografica: quando l'informazione è in forma digitale,
la si può copiare facilmente per condividerla con altri.
Questa grande flessibilità si adatta male ad un sistema
come quello del diritto d'autore. Questo spiega le misure sempre
più sgradevoli e draconiane che vengono oggi usate per
far rispettare il diritto d'autore sul software. Consideriamo
queste quattro regole della Software Publishers Association (SPA):
* Propaganda massiccia per dire che è sbagliato disobbedire ai proprietari per aiutare gli amici.
* Richieste insistenti di informatori che forniscano informazioni su compagni di lavoro e colleghi.
* Incursioni (con l'aiuto della polizia) in scuole e uffici, durante le quali viene detto alle persone che devono provare che non fanno copie illegali.
* Citazione in giudizio (da parte del
governo degli Stati Uniti, su richiesta della SPA) di persone
come David LaMacchia del MIT, non per aver copiato software (non
è stato accusato di averne copiato), ma per avere lasciato
senza sorveglianza strumenti per la copia e per non averne censurato
l'uso.
(Il 27 gennaio 1975 il caso su David LaMacchia è stato
archiviato e non ne è stato ancora presentato appello).
Tutte queste quattro pratiche assomigliano
a quelle usate nella ex Unione Sovietica dove ogni fotocopiatrice
aveva una guardia per impedire le copie proibite e dove le persone
dovevano copiare le informazioni in segreto e passarsele di mano
in mano come "samizdat". Naturalmente c'è una
differenza: il motivo per il controllo dell'informazione nell'Unione
Sovietica era politico; negli Stati Uniti il motivo è il
profitto. Quello che ci riguarda sono le azioni, non il loro motivo.
Ogni tentativo di bloccare la condivisione delle informazioni,
quale ne sia il motivo, porta agli stessi metodi e alla stessa
severità.
I proprietari di software usano vari tipi di argomenti per ottenere
il potere di controllare in che modo usiamo l'informazione.
L'uso dei nomi
I proprietari di software usano sia parole
calunniose come "pirateria" e "furto", sia
terminologia tecnica come "proprietà intellettuale"
e "danneggiamento", per suggerire al pubblico una certa
linea di pensiero - un'analogia semplicistica fra i programmi
e gli oggetti fisici.
Le nostre idee ed intuizioni a proposito della proprietà
di oggetti materiali riguardano se sia giusto portar via un oggetto
a qualcuno. Non si applicano direttamente al fatto di fare una
copia di qualcosa. Ma i proprietari ci chiedono di applicarle
lo stesso.
Esagerazioni
I proprietari di software dicono che subiscono
"danni" o "perdite economiche" quando gli
utenti copiano i programmi per conto loro. Ma la copia non ha
un effetto diretto sul proprietario e non danneggia nessuno. Il
proprietario ha una perdita solo quando chi ha fatto la copia
ne avrebbe acquistata una da lui se non l'avesse copiata.
Una piccola riflessione ci mostra che la maggior parte di queste
persone non avrebbe comprato la copia. Tuttavia i proprietari
calcolano le loro "perdite" come se invece tutti ne
avrebbero comprato una. Questa è, a metterla gentilmente,
esagerazione.
La legge
I proprietari spesso descrivono la legislazione
vigente e le dure sanzioni con cui possono minacciarci. Implicito
in questo approccio c'è il suggerimento che la legge attuale
riflette un'idea indiscutibile della moralità - e allo
stesso tempo, siamo invitati a vedere queste sanzioni come fatti
di natura per i quali non si può biasimare nessuno.
Questa linea argomentativa non è progettata per affrontare
un pensiero critico; è intesa a rafforzare il modo di pensare
comune.
È' ovvio che non è la legge che decide cosa è
giusto e cosa è sbagliato. Ogni americano dovrebbe sapere
che, quaranta anni fa, era contro la legge, in molti stati, che
una persona di colore si sedesse in un autobus nei posti anteriori;
ma solo i razzisti avrebbero detto che fosse sbagliato sedersi
lì.
Diritti naturali
Gli autori spesso rivendicano un legame
speciale con i programmi che hanno scritto ed affermano che, come
conseguenza, i loro desideri ed i loro interessi rispetto al programma
superano quelli di chiunque altro - o perfino quelli di tutto
il resto del mondo. (In genere sono le aziende, non gli autori,
che detengono il copyright sul software, ma ci si aspetta che
non si faccia caso a questa differenza).
Per quelli che lo propongono come un assioma etico -- l'autore
è più importante di voi -- posso solo dire che io
stesso, noto autore di software, lo considero una fandonia.
Ma in generale è probabile che si provi simpatia solo per
la rivendicazione dei diritti naturali, per due ragioni.
Una ragione è la forzata analogia con gli oggetti materiali.
Quando mi cucino degli spaghetti reclamerò se a mangiarli
è qualcun altro, perché non posso più mangiarmeli
io. La sua azione mi danneggia esattamente nello stesso modo in
cui favorisce chi li mangia; solo uno di noi può mangiare
gli spaghetti, così la domanda è: chi? La più
piccola differenza fra di noi è sufficiente a spostare
l'ago della bilancia da un punto di vista etico.
Ma se viene eseguito o modificato un programma che ho scritto
io, questo riguarda voi direttamente e me solo indirettamente.
E se date una copia ad un vostro amico, questo riguarda voi ed
il vostro amico molto di più di quanto riguardi me. Io
non dovrei avere il potere di dirvi di non fare queste cose. Nessuno
dovrebbe averlo.
La seconda ragione è che è stato detto che i diritti
naturali dell'autore sono una tradizione accettata e indiscussa
della nostra società.
Ma a guardare la storia, è vero l'opposto. L'idea dei diritti
naturali degli autori è stata discussa e fermamente respinta
quando venne stesa la Costituzione degli Stati Uniti. Ecco perché
la Costituzione permette soltanto un sistema di diritto d'autore
e non lo richiede; ecco perché dice che il diritto d'autore
deve essere temporaneo. Stabilisce anche che lo scopo del diritto
d'autore è di promuovere il progresso, non di premiare
l'autore. Il copyright premia infatti in qualche modo l'autore
e più ancora l'editore, ma è inteso come un mezzo
per modificare il loro comportamento.
La tradizione radicata nella nostra società è che
il diritto d'autore riduce i diritti naturali del pubblico - e
questo può essere giustificato solo per il bene del pubblico.
Economia
L'ultimo argomento usato per l'esistenza
di proprietari del software è che questo porta alla produzione
di più software.
Al contrario degli altri questo argomento almeno usa un approccio
legittimo al problema. E' basato su un fine valido - soddisfare
gli utenti del software. Ed empiricamente è chiaro che
le persone producono di più se vengono pagate bene per
farlo.
Ma l'argomento economico ha un difetto: è basato sull'assunto
che la differenza è solo questione di quanti soldi dobbiamo
pagare. Presuppone che la "produzione di software" sia
ciò che vogliamo, sia che il software abbia proprietari
sia che non li abbia.
Le persone accettano prontamente questo assunto perché
si accorda con le nostre esperienze relative agli oggetti materiali.
Si consideri un panino, per esempio. Si può avere uno stesso
panino sia gratis che a pagamento. In questo caso la sola differenza
è la cifra che si paga. Sia che lo si debba pagare o meno,
il panino avrà lo stesso sapore, lo stesso valore nutritivo
e in entrambi i casi lo si potrà mangiare solo una volta.
Che il panino sia stato acquistato da un proprietario o meno non
ha conseguenze dirette su niente eccetto che sulla quantità
di denaro che si avrà successivamente.
Ciò vale per qualunque oggetto materiale -- il fatto che
abbia o meno un proprietario non riguarda direttamente ciò
che è o ciò che ci si può fare se lo si acquista.
Ma il fatto che un programma abbia un proprietario ha molte conseguenze
su ciò che è e su ciò che si può fare
con una copia, quando se ne compra una. La differenza non è
solo una questione di denaro. Il sistema di proprietà del
software incoraggia i proprietari del software a produrre qualcosa
- ma non quello di cui la società ha realmente bisogno.
E causa un intangibile inquinamento etico che ha conseguenze su
tutti noi.
Di cosa ha bisogno la società? Ha bisogno di una informazione
che sia realmente disponibile ai suoi cittadini - per esempio
programmi che si possano leggere, correggere, adattare e migliorare,
non soltanto usare. Ma quello che viene consegnato di solito dai
proprietari del software è una scatola nera che non si
può studiare o cambiare.
La società ha anche bisogno di libertà. Quando un
programma ha un proprietario, gli utenti perdono la libertà
di controllare parte della loro stessa vita.
Ma soprattutto la società ha bisogno di stimolare nei propri
cittadini lo spirito di cooperazione volontaria. Quando i proprietari
del software ci dicono che aiutare i nostri vicini in maniera
naturale è "pirateria", essi inquinano lo spirito
civico della nostra società.
Questo è il motivo per cui diciamo che il software libero
è una questione di libertà, non di prezzo.
L'argomento economico a favore dei proprietari di software è
sbagliato, ma la questione economica è reale. Alcune persone
scrivono software utile per il piacere di scriverlo o per ammirazione
e amore; ma se vogliamo più software di quanto già
si scriva, bisogna raccogliere fondi.
Da dieci anni gli sviluppatori di software libero provano vari
metodi per trovare fondi, con un certo successo. Non c'è
bisogno di far diventare tutti ricchi, il reddito medio di una
famiglia americana, circa 35.000 dollari annui, ha dimostrato
di essere un incentivo sufficiente per molti lavori che sono meno
soddisfacenti del programmare.
Per anni, fin quando un'associazione lo ha reso non necessario,
mi sono guadagnato da vivere con miglioramenti a richiesta del
software libero che avevo scritto. Ciascun miglioramento è
stato aggiunto alla versione standard rilasciata e reso così
disponibile al pubblico. I clienti mi pagavano perché lavorassi
sui miglioramenti che volevano loro, piuttosto che sulle funzionalità
che altrimenti avrei considerato di più alta priorità.
La Free Software Foundation (FSF), una fondazione senza scopo
di lucro per lo sviluppo del software libero, raccoglie fondi
con la vendita di CD-ROM, magliette, manuali, e confezioni Deluxe
di GNU (che gli utenti sono liberi di copiare e modificare), e
anche con donazioni. Attualmente ha un organico di cinque programmatori,
più tre impiegati che gestiscono gli ordini postali.
Alcuni sviluppatori di software libero guadagnano offrendo servizi
di supporto. Cygnus Support, che ha circa 50 impiegati [quando
questo articolo è stato scritto, nel 1994], stima che circa
il 15 per cento delle attività del suo personale riguarda
lo sviluppo del software libero - una percentuale rispettabile,
per una società di software.
(Cygnus Support ha continuato ad avere successo, ma poi ha accettato
investimenti esterni, è diventata avida, e ha iniziato
a sviluppare software non-libero. Infine è stata acquistata
da Red Hat, che ha ri-ridistribuito gran parte di quei programmi
come software libero).
Un gruppo di imprese che comprende Intel, Motorola, Texas Instruments
e Analog Devices si sono unite per finanziare il continuo sviluppo
del compilatore libero GNU per il linguaggio C. Nel frattempo
il compilatore GNU per il linguaggio Ada viene finanziato dalla
US Air Force, che ritiene questa la modalità di spesa più
efficace per ottenere un compilatore di alta qualità. [Il
finanziamento della US Air Force è finito un po' di tempo
fa; il compilatore GNU Ada è ora in servizio e la sua manutenzione
è finanziata commercialmente.]
Tutti questi sono piccoli esempi; il movimento del software libero
è ancora piccolo e ancora giovane. Ma in questo paese [gli
USA] l'esempio di radio sostenute dagli ascoltatori mostra che
è possibile sostenere una grande attività senza
costringere gli utenti a pagare.
Come utenti di computer oggi ci si può trovare ad usare
un programma proprietario. Se un amico ti chiede una copia sarebbe
sbagliato rifiutare. La cooperazione è più importante
del diritto d'autore. Ma una cooperazione nascosta e segreta non
contribuisce a rendere giusta la società. Una persona dovrebbe
aspirare a vivere una vita onesta, apertamente e con fierezza,
e questo comporta dire "No" al software proprietario.
Meritate di poter cooperare apertamente e liberamente con altre
persone che usano software. Meritate di poter imparare come funziona
il software e con esso di insegnare ai vostri studenti. Meritate
di poter assumere il vostro programmatore favorito per aggiustarlo
quando non funziona.
Meritate il software libero.
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Originariamente scritto nel 1994. Questa versione fa parte del libro Free Software, Free Society: The Selected Essays of Richard M. Stallman, GNU Press, 2002
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