Un processo daemon di nome zzz lo si puo' lanciare direttamente da una shell utente col comando:
nohup zzz &
Piu' probabilmente i programmi concepiti per essere server hanno gia' nel loro codice sorgente la chiamata alle corrette funzioni per porsi in modo 'daemon'.
E' importante considerare con quali permessi efficaci debba operare unprocesso 'daemon'. La tradizione sembra essere quasi che tutti i processi 'daemon' debbano possedere i privilegi di amministrazione dell'utente 'root'. In realta' un processo deve possedere i permessi minimi per compiere le operazioni che gli abbisognano e niente di piu'.
Purtroppo per molte attivita' che riguardano la attivazione di canali di comunicazione o l'apertura di files di log occorrono i permessi di 'root'; queste operazioni privilegiate avvengono pero' nella fase di inizializzazione di un processo server, poi non servono piu'.
Ecco quindi ilcomportamento di alcuni processi server, come HTTPD del Web, che partono coi permessi di 'root' per inizializzarsi, poi degradano i loro permessi a quelli di un utente generico per impedire che eventuali loro errori rechino danni eccessivi.
I processi demoni di server rete vengono solitamente laanciati alla salita del sistema operativo. Il comando di esecuzione si trova di solito in una delle procedure che vengono eseguite quando il sistema sale.
I programmi demoni vengono sospesi dal sistema quando e' in corso uno 'shutdown'. E' opportuno che i processi demoni rispondano in modo appropriato al Segnale numero 15, di Terminazione, in modo da chiudere in modo appropriato i loro files di log o altro e di chiudersi in modo 'grazioso' (graceful termination).
E' tradizione, quando ad un server demone sia associato un file di configurazione, programmare il processo demone in modo che risponda al Segnale numero 1, di Hangup, in modo non standard, morendo, ma rileggendosi invece il file di configurazione.