2. Che cos'è Linux, e perché tutti ne parlano

Per farla breve, Linux è un'alternativa gratuita e libera a Microsoft Windows. Per essere più precisi, è un sistema operativo: il programma che amministra il vostro computer. Non un sistema operativo qualsiasi: una versione di Unix, che ha trent'anni di reputazione alle spalle ed è tuttora utilizzato, molto più di Windows, dai grandi computer che fanno funzionare Internet.

Linux è il prodotto collettivo di migliaia di programmatori indipendenti sparsi per il mondo, sviluppato sulla base del nucleo originale scritto nel 1991 dal finlandese Linus Torvalds, all'epoca studente di informatica. In altre parole, è un progetto nato e cresciuto per pura sfida intellettuale, senza vincoli commerciali.

I suoi creatori hanno fatto delle scelte decisamente controcorrente, rendendolo pubblico, liberamente modificabile e distribuibile da chiunque. L'unico vincolo legale, altrettanto controcorrente, è che le sue modifiche e le distribuzioni devono essere libere nello stesso modo.

Questa è un'enorme differenza rispetto a Windows. Windows viene sviluppato da una cerchia ristretta di dipendenti di una singola azienda (Microsoft); il suo contenuto è un segreto commerciale; la sua duplicazione e modifica senza autorizzazione sono reati punibili dalla legge (per la verità ben poco puniti, soprattutto in Italia, ma questa è un'altra storia).

Essendo liberamente distribuibile, duplicabile e prelevabile da Internet, il costo di Linux è sostanzialmente zero. Ai fini pratici, Linux e i suoi aggiornamenti sono completamente gratuiti.

Gratis? E allora perché ci sono le confezioni di Linux in vendita?

Avrete probabilmente visto in giro nei negozi d'informatica le scatole di prodotti come Red Hat Linux, a centomila lire o più. Allora, direte voi, Linux non è gratis: si paga.

Non è del tutto esatto. Red Hat e le altre società che distribuiscono Linux, infatti, non si fanno pagare per il software in sé, ma per le comodità associate alla confezione:

  • avere tutto Linux in ordine e impacchettato su CD-ROM, invece di doverlo copiare da qualcuno o prelevare da Internet;

  • avere programmi di installazione facilitata e di supporto;

  • disporre di un bel manuale su carta, più facile da consultare rispetto alla versione elettronica;

  • e soprattutto avere diritto all'assistenza tecnica del personale esperto della società distributrice.

In altre parole, si paga per avere un servizio supplementare, ma Linux in sé è liberamente duplicabile e distribuibile, e quindi all'atto pratico è gratuito (anche se in effetti nulla, se non l'ovvia futilità dell'impresa, vieterebbe di distribuirlo a pagamento).

Di solito quello che costa poco vale poco, quindi che dire di un prodotto che non costa nulla? Sorprendentemente, il fatto che Linux sia realizzato da appassionati indipendenti invece che da un'organizzazione commerciale centralizzata non ha partorito un sistema operativo di qualità scadente.

Tutt'altro, perché a Linux collaborano molte delle migliori menti informatiche del mondo, con la foga, la passione e il perfezionismo che soltanto chi crea per soddisfazione personale può fornire. Anzi, a riprova della sua qualità, Linux è usato da un elenco sterminato di centri di ricerca, aziende e fornitori d'accesso a Internet come perno delle proprie attività informatiche.

Chi usa Linux?

Visitando il sito Internet di Netcraft (http://www.netcraft.com) potete digitare il nome di un sito qualsiasi e farvi dire quale sistema operativo viene usato per gestirlo. Spesso, anzi molto spesso, otterrete come risposta Linux.

Tanto per fare qualche nome di sito famoso basato su Linux, vale la pena di menzionare:

Lo stesso sito Netcraft offre un grafico sempre aggiornato sulle quote di mercato dei principali programmi per la gestione dei siti (i web server) presso http://www.netcraft.com/survey. La riga più in alto, etichettata Apache, rappresenta la quota detenuta da questo web server gratuito e open source (http://www.apache.org), noto e apprezzato per la sua robustezza e stabilità, che gira sotto sistemi operativi di tipo UNIX e quindi anche sotto Linux.

A maggio del 2000, Netcraft rilevava 9.095.140 server Apache nel mondo. Va precisato subito che la spettacolare quota di mercato di Apache non coincide necessariamente con quella di Linux, proprio perché Apache può essere installato su sistemi operativi diversi da Linux. Tutto quello che si può dire sulla base di questo grafico è che la quota di Linux è un sottoinsieme (quanto grande, non si sa) di quella di Apache. Il grafico è quindi poco indicativo se volete fare la conta dei server web che girano sotto Linux.

È invece molto significativo da un altro punto di vista, perché fa notare un fatto poco conosciuto al di fuori degli addetti ai lavori: la famosa Microsoft, monopolista nei sistemi operativi per personal computer, annaspa nel mercato dei server web, con una quota di mercato pari al 21%. In altre parole, su Internet Windows conta poco ed è Unix ad avere il predominio.

Figura 2-1. Quote di mercato dei web server.

Queste cifre danno un'indicazione della diffusione di Unix e Linux come server: ma quanti utenti usano Linux come sistema operativo per gestire il proprio personal computer?

Presso http://counter.li.org/ trovate un contatore del numero di utenti Linux registrati nel mondo. Siccome registrarsi non è obbligatorio, il numero effettivo è sicuramente maggiore di quello riportato dal contatore. Lo stesso sito stima che vi siano circa quattordici milioni di utenti Linux nel mondo.

Un'altra fonte, Cnet.com, cita dati della International Data Corporation secondo i quali Linux ha una quota di mercato del 4%, paragonabile quindi a quella di ben più pubblicizzati concorrenti come il MacOS.

Figura 2-2. Quote di mercato dei sistemi operativi.

È difficile dire quanto siano affidabili queste stime, ma ha molta importanza se gli utenti Linux sono tredici o dieci o cinquanta milioni? Sono tanti comunque. E alla fin della fiera, l'importante è che Linux funzioni per voi e risolva i vostri problemi.

Non solo Linux

Praticamente tutti i programmi per Windows hanno un equivalente Linux, e gran parte dei programmi per Linux è gratuita o ha prezzi bassissimi. Combinando Linux e questi rimpiazzi, è possibile avere le stesse prestazioni dei prodotti commerciali spendendo cifre irrisorie.

Un tipico esempio di software gratuito ma ciononostante confrontabile con programmi ben più costosi è StarOffice di Sun, che è l'equivalente Linux del pacchetto Office di programmi per ufficio di Microsoft (scrittura testi, foglio di calcolo, presentazioni e database).

Riunendo Linux, StarOffice e il software libero disponibile su Internet, un utente può fare a costi enormemente più bassi le stesse cose che si fanno (a caro prezzo) con Windows, Office e i programmi commerciali: comporre testi, collegarsi a Internet, creare pagine Web, gestire la contabilità, generare complesse tabelle con ricalcoli automatici, produrre grafici, disegnare, registrare e manipolare suoni e musica, gestire database, eccetera.

Windows, venduto senza computer, può costare anche più di quattrocentomila lire. Office, nella versione base, costa un milione. Gli equivalenti Linux sono gratuiti.

Adesso avrete intuito perché se ne parla tanto.

Dove sta l'inghippo?

Domanda più che lecita. Se Linux è così potente e bello, e se non costa nulla ed è liberamente copiabile, perché non stiamo tutti usando Linux al posto di Windows?

I motivi sono vari. Eccone brevemente alcuni:

In altre parole, stavolta l'inghippo non c'è.


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