Il Sugherino
Aperiodico ad ingresso libero e consumazione obbligatoria.
30-4-1991 - Firenze, V.le Morgagni 44 - N.3 ANNO II

La stagione degli amori

E' Primavera, svegliatevi bambine alle auline messere Aprile fa il rubacuor....

E' proprio vero, dopo i neri mesi invernali, passati in solitudine in angusti ambienti stile tardo vespasiano, con l' unico sollievo di un antica mano amica, finalmente la Primavera, la luce.

E come il grillo va alla grilla, come il razzo va alla razza, come il mostro va alla mostra, come il cuoco va alla cuoca, come il fuoco va alla foca, come il lombrico va alla lombrica, come il pisano va alla pisana, come il pizzicagnolo va alla pizzicagnola, come il pizzaiolo va alla pizzaiola, come...il passero va alla passera; eccoli! Escon dal letargo e cominciano a pasturar gli studenti le studentesse, le studentesse gli studentessi.

Ma vediamoli in miglior dettaglio coloro i quali con sguardi bigi, nei pomeriggi grigi cercavano Gigi o la sorella di Gigi.

Sono ormai nella storica memoria di noi tutti le eroiche gesta del giulivo Babbione che già da un mese e più arabatta gentil donzelletta tra la tenera erbetta. Una domanda ci sorge spontanea pensando alla poerella ormai anch'ella di già babbioncella: ma sei sicura? Ma chi te lo fa fare? Sei forse grulla? Ma ci hai pensato bene? Sappi comunque che non é mai troppo tardi per correre ai ripari (Babbione, si fa per ridere!).

Un altra stracotta e oramai bruciata ni foco ardente dell' amore bruciante e cocente é lei: la ribartazolle di Mantignano. Brava zappatora, dopo un po' di da te rimbarzati, finalmente hai trovato l'ortaggio giusto che a te sta come i' concio alla terra e gli amici non hai più cacati (e ora incazzati, vai!).

Parliamo ora di amori senza confine. Siamo vicini alla caduta delle frontiere e qualcuno si sta già preparando.

Come una biscia che striscia e traccia non lascia e anche se piscia gli va sempre liscia; lui, senza darlo a vedere le mani poneva su un crucco sedere. Poche parole la biscia sapeva di quella lingua che t'attorciglia la papilla e t'arrovella le budella, ma ello, senza paura, mostrossi alla puella, e avendo coraggio di proferir favella, disse e discusse con ella più o meno così:

Biscia: - Danke -
Crucca: - Ciao. Come stai? -
Biscia: - Bitte -
Crucca: - Piove -
Biscia: - Rumenigge -
Crucca: - Anch'io -
Biscia: - Delikatessen -
Crucca: - Grazie -

Ben presto la biscia si accorse che tutto era vano, perchè la dolce fanciulla a lui rispondeva in puro grossetano, ed or altro non fanno che rider come pazzi, di che cosa poi neanche loro lo sanno.

Ed ora le ultimissime: L' uomo ideale, dolce ma con le palle, ha fatto BINGO: bravo!

Terminiamo questa singolare rassegna chiedendovi un piccolo sforzo di memoria; tutti voi affezionati lettori de "IL SUGHERINO" ricorderete certamente l' accorato appello corredato di figura (posteriore) che la redazione tutta lanciò sul primo numero di questo, oserei dire, giornale; ebbene in questi giorni qualcuno non solo "l'ha visto", e non da tanto lontano, ma l'ha anche toccato con mano. Bravo farmacista, che non si accontenta solo della vista e... noi ci metteremo in lista.

E vissero per sempre felici e contenti (sembra vero!).

nota: ogni riferimento ha fatti o persone realmente esistenti è del tutto voluto.

Gingko & Magnum P.I.


I RATTI DI MARZO (E DI APRILE...)

No, i topi non c'entrano. O meglio, c'entrano eccome! E di notte scorrazzano indisturbati per le aule di Viale Morgagni a dispetto dei chili di veleno accuratamente distribuiti dal Sig. Rondoni nei più reconditi angoli del complesso didattico. E vedremo più avanti che i topi non sono i soli ad entrare e a scorrazzare indisturbati di notte.

Qui si voleva porre l'accento sulla scomparsa del calendario di Marzo dalle pareti della sala di lettura (in foto ne vedete una malriuscita riproduzione). Forse qualcuno l'avrà scambiato per volgare pornografia e, sentendosi offeso, l'avrà tolto. A prescindere dal fatto che invece di buttarlo via poteva restiruirlo a chi l'aveva comprato, consiglierei a tali persone di fare un salto all'edicola di Piazza Stazione (almeno lì il giornalaio non vi conosce) e acquistare qualche copia de "Le ore" oppure, per i più sensibili, qualche fumetto della serie "Il Tromba". Dopo una breve lettura doverebbe risultare chiaro che volgarità non è un corpo nudo (del quale ognuno di noi è portatore sano), ma l'uso che se ne può fare. E se quando siete nudi davanti allo specchio vi sentite volgari, per piacere non uscite da casa!

Per tornare a chi entra nottetempo nelle aule notiamo con rammarico come gli episodi di furti non accennino a diminuire. Qualche tempo fa erano stati rubati alcuni diaproiettori ed un videoregistratore; la settimana passata invece, nonostante le adeguate misure di sicurezza che NON sono state prese, è sparito l'intero computer della biblioteca corredato, tanto per fare conto pari, da un telefono.

N.d.R.


NEBBIA

Dalla raccolta: "Lo schifo che provai quando seppi da quale parte della gallina vengono le uova".

La prima cosa che vidi svegliandomi fu la nebbia: una nebbiolina insistente, umidiccia e fredda che sembrava infischiarsene di porte e finestre. Mi affacciai alla finestra e vidi che era ovunque, lattiginosa, penetrante, annullava ogni contrasto, toglieva ogni voglia di cercare qualcosa di diverso perchè sembrava impossibile che ci fosse qualcosa di un colore diverso dal grigio di quella nebbia.

Qualche mese prima ci eravamo messia cercare qualcosa io e altri amici, e come pantere nella notte ci aggirammo famelici alla ricerca di un po' di Sole o chissà che altro, non l'ho ancora capito. Chissà perchè. Forse una canzone in un certo momento ci aveva detto qualcosa di diverso, un amico di poco più vecchio di me che aveva già perso ogni sogno o l'invidia per un'aquila che poteva volare libera sopra la nebbia e sopra i problemi meschini e gli impedimenti che spesso noi stessi creiamo e che non sono altro che fumo che alimenta la nebbia.

Poi ci siamo accorti che la maggior parte delle pantere o erano gattini spelacchiati o erano solo alla ricerca di un altro domatore. E la nebbia ci riavvolse.

Forse la nebbia è solo una macchia grigia sulle lenti che ci portiamo sugli occhi ma nessuno di noi ha voglia di togliersele. E' l'incantesimo della nebbia.

Tulipano nero


AMICA MIA

22/2/91

Se tutto il mio sangue
divenisse oro
nelle tue mani
aspetterei senza paura
che sgorgasse lentamente
dalle mie vene.
Se potessi inventarmi
una felicità mia
e regalartela
senza assaporarla
farei un pacchetto
di ogni piccola gioia
e te la donerei
per sempre
come la cosa mia più cara.
Ma non ho niente
di tutto ciò
se non un piccolo
e vero sorriso.

Iris Oratoria


LA TUA VOCE...

...mi manca da morire.
Ma dove sei?
Lontano nel tempo e nello spazio.
Eppure vivi nella mia mente:
con i tuoi occhi e quel tuo sorriso che
sorride, dolce, dentro me
e io non mi addormento
la notte
perché non ci sei.

MAIA


FESTA

In via ripa una rapa
repente si desta
e par che sia festa.
Booh!!
Scoppia un fagiano,
nell'aeree che si tinge d'aglio.
Una lanterna lucente,
di luce slanciata,
splendente,
la schivo spostando la testa,
e par che sia festa.

GINKGO


Clamorosa smentita!!

La Redazione de "Il Sugherino" informa i suoi lettori circa insistenti voci che serpeggiano tra i tavoli di studio. Pare che il culo n. 1 precedentemente aggiudicato alla signorina Roberta Squecco, una volta spogliato degli accessori esterni perda la sua consistente prominenza.

Vorremo poter toccare con mano, naturalmente dopo aver messo a nudo ogni aspetto del problema, per poter giudicare obiettivamente.

In caso che la suddetta voce fosse verificata si riapre quindi la ricerca di un culo che meriti l'onore delle pagine de "Il Sugherino".

La Redazione


LO SPORT: IL RIMBALZO ALL'ESAME

Cari lettori ecco a voi uno sport che da tanto tempo accomuna un po' tutti noi, belli, brutti, grassi e magri, con la sola esclusione di raccomandati, secchioni e quelli che ce l'hanno così...

Non sappiamo risalire alle origini di questo sport, ma possiamo scientificamente approssimarle al momento della comparsa sulla terra di due categorie di esseri umani: professori e studenti.

Ma analizziamo ora separatamente le due categorie per poter meglio capire le regole del gioco.

A) PROFESSORI: Poco si conosce degli appartenenti a questa classe. Con certezza sappiamo che si riproducono sessualmente e non per gemmazione come si credeva fino a qualche decennio fa (visto che sono quasi tutti uguali). Hanno l'abitudine di colloquiare più o meno sadicamente sopratutto con gli studenti dei quali apprezzano il cervello (il sangue, il cuore, la lombata, ecc.)

B) STUDENTI: Esseri sessualmente repressi e portatori sani di quasi tutti i complessi (es. di Edipo, di inferiorità, ecc.), e che ricercano nel "Sapere" uno scopo per vivere. Quasi sempre sporchi, vestiti in malo modo e appesantiti dalla assoluta mancanza di esercizio fisico, questi disgraziati deambulano tremebondi in tutte le città alla ricerca del pane quotidiano (libri, appunti, sbobinature, Bignami, ecc.).

Ecco, adesso possiamo passare ad illustrare questa disciplina sportiva.

MATERIALE OCCORRENTE:

  1. Un libretto universitario con firme di frequenza e bollino timbrato in segreteria (più ne hai e peggio è).
  2. Un professore, meglio se una commissione (= tre professori il che è più eccitante).
  3. Uno studente.

REGOLE DEL GIOCO:

  1. Solo il professore può buttare fuori.
  2. Solo lo studente può rimbalzare.

COME SI GIOCA:

Dopo preventiva iscrizione alla LISTA, pubblicamente esposta nei dipartimenti interessati, e dopo aver aspettato il proprio turno, si può cominciare a giocare.

Si comincia sedendosi su di una sedia già collocata davanti ad una cattedra, in modo che i partecipanti al gioco si possano guardare negli occhi. Quindi il professore può cominciare a fare una domanda. Da ora in poi tutto il gioco si basa sull'esperienza dello studente. Per gli studenti inesperti consiglio di non studiare assolutamente nulla, in modo da fare "RIMBALZO" subito alla prima domanda. Chi invece ha esperienza può testimoniare che dopo sommaria preparazione è più "gustoso" fare "RIMBALZO" e soprattutto il gioco dura di più.

Dicevo quindi che per RIMBALZARE occorre sbagliare la risposta, meglio se lo sbaglio è madornale. Ad esempio:

PROF: Qual'era il nome di Linneo?

STUD: GIGETTO!

Ecco un caso di MEGARIMBALZONE che vi porterà sicuramente alla vittoria.

Come ci si accorge di aver fatto RIMBALZO:

  1. Molte volte sono i professori stessi ad arrendersi con il famoso gesto della restituzione (o a volte del lancio) del libretto, gesto accompagnato il più delle volte da frasi del tipo - Si accomodi! - oppure - Torni la prossima volta!! -.
  2. Altre volte invece si sentono strani suoni come ad esempio SDENG o SBOING, ecc.
  3. Un caso ormai raro, ma ancora esistente è la strisciata di biro sul libretto che aggiudica la vittoria allo studente, rimarcandone l'impegno.

Ricordo che le iscrizioni al torneo di RIMBALZO si aprono nei mesi di Giugno-Luglio, poi dopo un fugace periodo di riposo riaprono a Settembre-Dicembre per concludersi poi nel mese di Febbraio. Ultima possibilità per i partecipanti.

Cos'altro dire se non buon divertimento, e ricordatevi:

- Chi prende trenta avvelena anche te! Digli di smettere -

GINKGO


ECCEZIONALE

Per la prima volta in Italia

Ebbene sì. cari lettori, Il Sugherino è riuscito ad accaparrarsi l'esclusiva per questo evento sensazionale: la nascita del primo esame in ... motocicletta !

Felicissimi ne hanno dato l'annuncio i genitori: lui, Niccolò, emozionatissimo, ventitreenne, futuro monta-smonta macchine; lei, invece, tranquilla nei suoi vent'anni, quasi una signora, con la catena sempre da ungere, ma tuttora una splendida ("ih, ih", ghigno di VF) Moto Morini 3 e 1/2.

Ma rivediamo la storia dal principio: i primi "incontri" vigorosi si erano poi affievoliti, forse per la stanchezza del partner maschile che si era dedicato ad altri passatempi. Da diverso tempo, i ripetuti tentativi si vanificavano in... sonori... rimbalzi !!

Sotto le fortissime pressioni del nonno paterno, Nicco è riuscito finalmente nel suo intento: felicissimi per il lieto evento, subito dopo il parto, i genitori assieme al pargoletto hanno imboccato la strada delle montagne, sino allo Sciliar.

In questo scenario stupendo si è tenuto il battesimo del neonato esame; alla cerimonia è seguita una simpaticissima festa, forse un po' troppo movimentata dato che si è conclusa con un naso rotto, una spalla lussata, una lente persa, tre o quattro influenzati ed un vomitabondo !

Comunque, tutto è bene quel che finisce bene: la Redazione tutta augura a N.d.R. una nutrita e prosperosa figliolanza.

"Vai Nicco, ora t'hai trovata la strada bona !!"

P.E.G.


FRIEND its time for me to RAMBLE ON

Luce che brilla e quasi acceca
notte nera che ancora risplende
non posso fermarmi, continuo ad arrampicarmi
alla ricerca di ciò che sapevo.

Avevo un'amica, una volta mi disse.
"Hai un amore, non sei solo"
Ora se ne è andata e mi ha lasciato solo
alla ricerca di ciò che sapevo.

Mmmm, ti dico,
la cosa più grande che mai tu possa fare
è scambiare un sorriso con qualcuno che è triste,
è molto facile, facile davvero

Ho incontrato un uomo che piangeva sul bordo della strada
senza un amico, non si può negare
che si è incompleti, che non si troverà nulla
alla ricerca di ciò che sapevi.

Così ogni volta che qualcuno ha bisogno di te,
non abbandonarlo, anche se questo ti affligge
un giorno o l'altro avrai bisogno di qualcuno,
come loro
alla ricerca di ciò che sapevi.

Mmmm, ti dico,
la cosa più grande che mai tu possa fare
è scambiare un sorriso con qualcuno che è triste,
è molto facile, facile davvero.
alla ricerca di ciò che sapevo.

Le foglie cadono intorno a me,
è tempo che io vada.
Grazie, sono molto obbligato
per una così piacevole permanenza.
Ora per me è tempo di andare,
la luna di autunno illumina la strada.

Ma ora sento l'odore della pioggia
e con esso il dolore, così comincia il mio cammino.
Ah, certe volte mi stanco così tanto,
ma so che c'è una cosa che devo fare,

Girovagare.
E ora è tempo, è tempo di cantare la mia canzone.
Giro il mondo perchè devo trovare una ragazza,
sulla mia strada.
Dieci anni in attesa del giorno,
girovagare
per trovare la regina dei miei sogni.

Non c'è tempo da passare a piangere,
è giunto il momento di andare.
Un migliaio di volte ,
abbiamo bevuto alla nostra salute
ma dobbiamo ancora andare, girovagare.

Mia è la storia che non può essere raccontata,
tengo cara la mia libertà,
parecchi anni fa, nei tempi antichi,
quando la magia riempiva l'aria
incontrai una ragazza molto seducente
negli scurissimi abissi di Mordor,
ma il terrificante Golem si avvicinò strisciando
e se ne andò con lei.
Lei, lei... si.
Non c'era nulla che potessi
fare.

Traduzioni da testi dei LED ZEPPELIN.
A cura di V.F.


I TESTS DE IL SUGHERINO

(di Luca Philips)

La mole di risposte riguardanti il precedente test sull'educazione sessuale ha spinto me, e quanti amano conoscere meglio i lettori de Il Sugherino, a tastare terreni più consistenti.

Colgo l'occasione per ringraziare l'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) che ha espresso il proprio compiacimento nei confronti dell'opera divulgativa da me intrapresa, proponendomi, inoltre, un'adeguata effige per il carattere dei miei tests: "la falce e l'uccello".

E' su questo tema che vi propongo i seguenti quesiti:

  1. Pensate che "la falce e l'uccello" sia:
  2. Cosa pensate dei questionari proposti:


ATTENZIONE: rischio aids alle aule.

Si rende noto alla popolazione studentesca che i professori Stoppioni, Morassi e Renzi date le numerosissime sodomizzazioni procurate durante gli appelli agli studenti sono da considerare soggetti a rischio. Si invitano dunque i futuri esaminandi a prendere dovute precauzioni.


SPORT DA SPIAGGIA: L'AQUILONE

Ovvero il gioco di Rick

Cosa si può fare su una spiaggia un bel pomeriggio di primavera, col sole che già scalda ed arrossisce, l'acqua che ti invita a fare il bagno, i tuoi amici buttati lì sugli asciugamani attorno ad una radio e con qualche bella ragazza che prende il sole e ti fa gli occhi dolci?

Ma giocare con l'aquilone, che diamine!

Perché l'aquilone è un gran bel divertimento!! Vero Rick? Specialmente quando il vento c'è e lui non ne vuol sapere di salire! Infatti basta aver voglia di insistere nelle cose ed ottieni quello che vuoi, come far volare un drago dalla coda di sei metri; si sa che con la perseveranza si ottiene l'impossibile.

Pensate come deve essere entusiasmante (boh!) dare il volo ad un draghetto con una coda lunga lunga. Un'impresa da vero artista (come appunto è il nostro Rick). Un po' meno emozionante è stare lì distesa sull'asciugamano a prendere il sole tranquilla e vedere volare sulla testa una presenza minacciosa che sale e scende continuamente e a momenti scende e basta, perde quota e in picchiata atterra diritto... non si sa dove!

Questo in effetti è il momento critico; perché se è facile controllarne il volo quando è in alto, diventa quasi impossibile guidarne l'atterraggio quando non si sa come e perché decide di schiantarsi sulla spiaggia inavvertitamente. E allora qui devi essere rapido e abile nel fare il salto ad ostacoli con l'aquilone: abilità che se ce l'hai bene, se non ce l'hai la devi sviluppare molto in fretta onde evitare moccoli, madonne o reazioni imprevedibili di chi disteso al sole a sonnecchiare o magari in teneri atteggiamenti con qualcuno ecc. ecc. è stato bruscamente interrotto.

Insomma se non sai cosa fare quando sei sulla spiaggia (e allora vuol dire che sei ridotto male!) puoi continuare ad insistere nel far volare il draghetto che stramazzato ripetutamente al suolo chiede solo pietà!

Bisogna dire che questo sport non solo mostra la tua tenacia (o meglio che non hai niente di meglio da fare), ma anche misura la tua competitività; perché cosa fai se vedi un aquilone che non è il tuo a quattro passi da te che si alza e vola altissimo leggiadro e sicuro? Ma ci riprovi ancora finché il tuo non impara a volare come quell'atro, anzi meglio!

MAIA


Marco Gherardelli, 13 anni necessita urgentemente di un trapianto del fegato.

Stiamo raccogliendo fondi per aiutare la famiglia, visto che l'intervento e tutta la terapia si effettueranno a Parigi.
Se vuoi contribuire anche te, potrai farlo tramite una offerta sul c.c. postale n.26624502 intestato a Mileno Gherardelli (il padre).
Per ulteriori informazioni puoi chiamare:
Alessandro Nutini (5040332)
Emanuela (8722509)
famiglia Gherardelli (2478092)


IL SUGHERINO

Il Sugherino é aperto a tutti coloro abbiano qualcosa di sensato da dire. Scritti, vignette, annunci vengono accettati solo se firmati e del loro contenuto sono responsabili solo i firmatari. Tali contributi possono essere consegnati a qualcuno in sala di lettura, basta chiedere in giro. (Per il momento non ci sono limiti di spazio). La stampa dell'originale de Il Sugherino per ora avviene a casa del tipografo-redattore. La riproduzione tramite fotocopie avviene un po' dove capita.

N.d.R.


LA RICETTA DEL MESE

Penne tartufate al salmone scozzese d'andata
(Come saprete il salmone viene e va; questo è quello che va)

Per 12 persone molto affamate

DIFFICOLTA': Uno scherzo...

INGREDIENTI: Un conchino, della brace, 30 salsicce, 2 chili di spaghetti, sedano, cipolla, prezzemolo, peperoncino, carote, sale e pepe, poco olio, un frigo, 3 barattoli di pelati, la fame.

Prendete un conchino ed in assenza di un barbequeue (o barbeccù) fateci dentro un bel fuoco. Quando al posto del fuoco c'è la brace cuocetevi trenta salsicce. Alcune le mangerete, altre (almeno che non siate proprio dei lavandini) avanzeranno e le infilerete nel freezer (o frizzer) per una notte ed un giorno intieri. Verso le 24 del giorno seguente quando i morsi della fame saranno ormai insostenibili e l'unto sgoccioloso si sarà ben solidificato sulle salsicce avanzate la sera prima, estraete quest'ultime dal frigo e sbucciatele come se fossero delle banane.

Una volta sbucciate tagliatele a pezzettini (meglio ancora masticatele e quindi risputatele) e cacciatele in un tegame con poco olio. Dopo 1/4 d'ora di cottura aggiungete sedano cipolla prezzemolo peperoncino carote sale q.b.; fate cuocere ancora un po' e per finire buttate nel tegame 3 barattoli di pelati (si intenda il loro contenuto! N.d.R.) per legare bene il tutto.

Con questo delicato sughino condite un paio di chili di spaghetti che all'una e un quarto di notte risulteranno deliziosi anche ai palati più esigenti.

Il somelier (o someliè) consiglia di accompagnare il piatto con abbondante grappa, birra, lambrusco o chianti per poter apprezzare al meglio le sfumature della fragranza di questa ricetta spettacolare.

Ricetta ideata da Riccardo Macinai, scritta e descritta da Marco Carfì (subita da 12 martiri N.d.R.).


Definizioni dipartimentali

DIRETTORE DI DIPARTIMENTO
PROFESSORE ORDINARIO
PROFESSORE ASSOCIATO
RICERCATORE
STUDENTE DI DOTTORATO
NEOLAUREATO
STUDENTE
TECNICO

Anonimus


ANNUNCI ECONOMICI

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Storia degli oggetti di uso quotidiano

In questo numero parleremo di un oggettino assai prezioso, molto conosciuto alle numerose file degli studenti. Infatti esso viene utilizzato durante gli interminabili "terzi gradi" a cui sono costretti. E' colui che vi cosparge le tremanti mani, che dir PALLETICO non è poco, di quel morbido, se è tondo oppure ruvido, se è quadrato, velo bianco. Ma sì, avete capito tutti. Esso è

I GGESSO.

Pare che la sua scoperta sia avvenuta in un piccolo borgo dell'Irpinia inferiore (o superiore, fate vobis): NUSCO.

Sull'origine della parola gesso, però ci sono alcune divergenze opinionistiche. Pare infatti che il suo nome, in strettissimo dialetto irpino sia in realtà CESSO derivante dall'esclamazione del tizio che entrò per la prima volta in contatto, con le sue mani, con questo composto chimico. L'esclamazione - I che die 'e cess - fu udita da un piemontese di passaggio (di Pinerolo per essere precisi; nè), il quale cambiò il primitivo nome che sembrava assai poco morale alle orecchie dei settentrionali (polentoni per i meridionali), con l'attuale e meno fisiologico GESSO. All'origine di questa mutazione etimologica, (alla quale l'ingegneria genetica non ha saputo dare risposta), secondo una nostra recente supposizione, confermata con successo da esperimenti di laboratorio (vedi Biochemical and Biophysical Research Communications, vol. 170, No. 1, 1990), vi è il diverso uso grammaticale di alcune consonanti basilari quali D, B, P, C e ovviamente G. Quindi cari amici preziosi lettori de Il Sugherino, se succede 'sto macello per una parola come "gesso", cosa succede a Montecitorio?

Cosa dire ulteriormente sul gesso, oltre che lascia tracce bianche (indelebili per prof. e un po' meno per gli studenti) sulle nere lavagne di ardesia? Esso ben si adatta all'opera di ricostruzione e riparazione del nostro corpo soprattutto nei casi di distorsioni e fratture multiple, esposte, parallele e seriali: insomma, al gesso stanno a cuore le nostre ossa! Saluti dal C.T.O.

Step & LTH