La scena si svolge tra i banchi della biblioteca di viale Morgagni. Niccolò ha il capo reclino sul libro di chimica (cosa ben rara). Lucia sta entrando col casco in mano.
L. -Ciao amore.
N. -Ciao amore.
L. -Come stai?
N. -Bene, e te?
L. -Bene. (i soliti convenevoli...)
N. -Allora si va ad Arezzo in bici, domani?
L. -Ma sono tanti km.!
N. -Ma dai, cosa vuoi che sia! Qualche salitina un po' di sprint
finale e....VIA!!!!
L. -Al primo bivio svolto, oppure no, amore, per te farei anche
la mille miglia! A proposito, me l'hai comprata la sella?
in attesa di risposta lei si rivolge a noi e sbadigliando vistosamente ci dice:
-Io e Nicco abbiamo fatto tardi stanotte per raccomodare la bicicletta...
NOI -Va bene!!! Chiamiamola bicicletta! E' sempre un bel movimento!!!
Basta lubrificare bene la catena dell'amore e prepararsi un copertone
con camera d'aria annessa in caso d'incidenti nel percorso o, soprattutto,
verso il traguardo!!
N: -No amore mi dispiace, mi sono svegliato tardi e sai perchè.
comunque ci andiamo adesso.
e partono...
Fuori nel giardino, guardando le loro moto:MORINI per LUI, YAMAHA per LEI.
N. -Certo che una marmitta così lunga e cromata ce l'ho
solo io sulle mie splendide "due ruote" così rotonde e ben gonfiate!!
L. -Ma l'hai notata la mia coppa dell'olio com'è capiente?
Sembra senza fondo! E la carrozzeria? Non ti sembra in ottima forma?
N. -Certo che ho notato...vorrei quasi farci un giro, magari
se fosse "stile motocross" è anche più movimentato!!
L. -E che diciamo agli altri?
N. - Che ho dimenticato le chiavi di casa, la solita scusa,
tanto non capiranno.
....E ripartono, ma non sappiamo quando tornano...
N. -Il mio disco rigido ogni tanto s'inceppa....Ma non ti preoccupare,
ho tutto l'occorrente nei floppetti!
L: -Se il tuo disco rigido non funzionerà più bene come
una volta, con molto dispiacere provvederò io ad eliminarlo dalla
mia vista con uno dei miei Katà.
N. -Katà che?? Ma l'M.S. DOS versione 3.3, lo prende?
L. - Amore, meglio parlare di bicicletta o di moto. Organizziamo
per la prossima uscita una scorta "pacco famiglia" di camere d'aria
e....non ti preoccupare, ce l'ho io la POMPA!!!!!
N. -Mmmmmmmm..... meno male che tu mi capisci sempre al volo!!!
e partono ancora.
FINE DELLA COMMEDIA
Maya, Iris Oratoria, V.F.Pubblichiamo qui di seguito la lettera di un nostro lettore a cui pare stiano molto a cuore certe appendici di ciccia...
Spettabile Redazione del "Sugherino", un po' di tempo che leggo il Vs. giornalino, e vedo con vivio rammarico che non parlate mai d'Arte, perché? Eppure l'Arte è sempiternea nell'uomo, l'uomo nato ed ha creato l'Arte, oppure l'Arte ha creato un divulgatore nell'uomo, questo non importa molto, l'importante è che adesso l'Arte , esiste e noi con essa. Ma per dimostrare che l'Arte è nata con l'uomo o che è avvenuto l'opposto cosa molto piú difficile e non affrontabile come diceva il Croce:
Sarà per lei la vita mia gioiosa, de' gravi affanni deporrà la salma, e queste chiome cinger d'alloro.
Quindi io molto più modestamente lettore ed osservatore non m'imbatterò in un'argomentazione piú grande di me. Possiamo per dimostrare quanto l'uomo sia arido d'inventiva e assolutamente privo di spazi mentali nel rivolgere le sue attenzioni per esternare la propria sete d'esprimere concetti già visti e già osservati. Saltando a piè pari i graffiti preistorici e saltando anche i minori catastrofici tentativi d'Arte fatti in paesi europei prima del Dürer (1500) come appiglio di ciò che la fantasia moderna è già stata, prenderò Sassu (1900).
Antonio del Pollajolo. 1470 c.
A. del Pollajolo nel 1470 D.C. incide su metallo questa BATTAGLIA DI NUDI, l'espressione massima certamente dell' incisione dell'epoca; i geniali giochi di forze fisiche, l'animalesche espressioni facciali dei duellanti, e la cura meticolosa dell'iconografia dei corpi umani fanno un tutt'uno con la foresta-siepe che chiude il campo e fa si che l'occhio cadendo sui tre piani non s'alzi ma rimanga nei primi due come se quel magnifico lavoro, quasi cesellato, del folto vegetale sia una barriera elastica che costringe l'osservatore disattento a non entrarci.
A. Sassu. 1938
Passiamo adesso al ben più realista (se vogliamo) Sassu, il quale sicuramente conoscitore del Pollajolo nel 1938 estrae dal proprio pennello una nuova e rivisitata copia della battaglia, intitolandola L'IRA DI ACHILLE. Nel 1938 appare il pudore, scompaiono quasi le armi e, tutto a discapito dell'Arte, appare un elmo segno della nostra civiltà attuale che vede solo nei simboli metallici protettivi la propria forza, compaiono lance e giavellotti, inutili nel combattimento corpo a corpo, tanto da restare fermi infilzati nel terzo piano del dipinto che senza cavalli sarebbe apparso come uno squallido paesaggio marino. Si diceva della pudicità da far apparire dei lembi di stoffa solo sui genitali e di interporre teste di visi addormentati, quasi rilassati tra noi e le vergognose appendici di ciccia che ogni uomo normale ha e metterebbe in mostra se non fosse stato corrotto da bambino.
Sassu è quindi un copiatore mal nato di versi già scritti con intelligenza e cultura. Dovremmo dunque ritenere inutile l'Arte come diceva beffardamente Wilde? No, non penso tale cosa, però dovremmo incitare l'Arte nuova ma non l'arte dell'invenzione forzata, quella che mira all'originalità, ma solo quella che mira all'espressione di ciò che è reale senza scadere nel già fatto e che quindi è solo revisionbabile.
Tino dalla ValleCome avrete ormai capito questo è un giornalino di protesta. E' infatti per protesta che abbiamo deciso di spostare la terza pagina (intesa come pagina della curtura con la "C" maiuscola anche se nel nostro caso è molto minuscola) in seconda pagina.
Contro cosa protestiamo? Contro tutto e tutti e altro ancora: contro la società, ma questo ormai lo fanno tutti e non c'è più gusto, contro il cibo della mensa che protestando è più saporito e comunque è sempre meglio di quello di casa mia, contro i protestanti, i protestati, i protesti e le protesi. Per finire protestiamo soprattutto contro chi protesta e che farebbe meglio a studiare un pòdi più invece di scrivere tutte 'ste cazzate.
Argomento della terza pagina di oggi: "Il piacere ai tempi del Leopardi", ma non vi spaventate perchè al Liceo a Italiano prendevo sempre quattro.
Dal libro più sconsigliato dai Professori e quindi mio inseparabile compagno di studi, il Bignami, risulta che il piacere per Leopardi fosse solo un momento effimero di sospensione del dolore. Pare che lo stesso dicesse un certo tedesco di nome Schopenauer riprendendo i dettami di una branca del Buddismo. Una possibile chiave che spiega e conferma questo triplo collegamento è che sia a Leopardi che ai tedeschi che ai Buddisti capitasse o capiti tuttora assai poco di sovente di assaggiare un pò di topa. Questo spiega anche il notevole quantitativo di seghe mentali (più o meno mentali) necessario a tirare fuori una teoria così bislacca. Più di recente questa interessante (mah!?) teoria pare sia stata riproposta da una barzelletta che parla di un matto che ha la originalissima abitudine di andare in giro tirandosi martellate sulle palle e fra le numerosa urla di dolore ogni tanto emette un suono di piacere. Il curioso di turno gli chiede il perchè di questa attività così poco remunerativa e il matto gli risponde che gode quando sbaglia mira. Si parla però di matto e non di luminare della poesia.
Vorrei che le tue labbra sfiorassero le mie
Vorrei che anche i miei occhi giocassero con i tuoi
No, non è un sogno, non sono fantasie
Questo nostro amore è vero solo se tu lo vuoi
Finalmente poter toccare la Felicità,
d'un tratto sentirsi assalire dalla gioia più intensa,
che come un'onda di brividi percorre il mio corpo,
risvegliandolo improvvisamente:
solo perché sono accanto a te,
solo perché vivo vicino a te una frazione del tempo,
che, terribile, vola senza tregua ad una meta sconosciuta.
Era da tanti anni che ti cercavo,
cercavo i tuoi occhi tra i volti della gente,
ogni giorno, ogni momento,sperando,
prima tranquilla, poi un po' turbata, poi frenetica e testarda,
di incontrarli anche solo per un istante...
... ed è già eternità, felicità infinita.
Si ferma il Tempo, non percepisco più lo spazio
io sono sospesa e confusa
mentre sento il Tuo sguardo dentro il mio.
Dopo estenuanti contrattazioni con l'autrice (giovane studentessa di Scienze Naturali), alla redazione del Sugherino è stato incoscientemente concesso il permesso di pubblicare alcuni stralci inediti tratti dal racconto "LEI".
"Nick, non riesco a definirlo, è una farfalla impazzita o una
pantera in agguato o forse si è solo innamorato di quel mio strano
modo di essere soffocato dal grigiore della vita? Lo amo, è assurdo
lo so, addirittura impossibile, ma lo amo con tutta me stessa, con
euforia e trasporto, come mai mi era successo prima. Sono emozionata,
felice, riesco a ridere, scherzo con lui, guardo il sole e gli sorrido,
mi mancano i suoi baci e lo voglio sempre di più, ho gridato al
mondo TI AMO..."
"... quando sento una mano che si insinua attraverso le mie coscie,
sale, fino a raggiungere il reggicalze, è viscida e sudata; spontaneamente
mi giro a guardarlo, la nuca che appare nuda per la calvizie incipiente
è ricoperta da tante piccole goccioline di sudore. I suoi occhi
sono chiusi e già immaginano piaceri più spinti, la sua mano
sale ancora ed ora cerca di entrare attraverso lo slip non so neppure
io perché lo lascio stare, la cosa assolutamente non mi piace,
anzi mi disgusta; lo guardo ancora, la sua lingua esce e rientra ripetutamente
dalla bocca, sembra che mi voglia dire qualcosa, mi attira a sé
e mi bacia sul collo, continua a toccarmi vuole sempre di più,
ed io rimango li inerme non so perché..."
"Quando mi alzavo da letto, mi voltavo indietro, ma non vedevo il
mio principe azzurro, una volta era vecchio, un'altra volta poteva
essere ubriaco. Solitamente andavamo fuori città, più raramente
mi portavano in casa loro, non avevano neppure un pizzico di sensibilità;
appena arrivati, mentre sorseggiavano un brandy mi imponevano di spogliarmi,
poi come bestie davano sfogo ai loro istinti, ed io che dovevo far
finta che mi piacesse. Dovevo godere, quando avrei voluto piangere,
dormivo in un letto freddo e avrei voluto una coperta e tante coccole,
facevo l'amore ma più che una donna mi sentivo un oggetto. Qualcuno
mi insultava, qualcun'altro usava le maniere forti o qualcuno ancora
usava filmini porno, tutto questo per eccitarsi per essere più
maschi."
Finalmente dopo anni e anni di ricerche nei laboratori di Germania,
Italia, Francia, Inghilterra, ecc. è nato un potente e nuovo farmaco:
IRAKENOLAX® che contiene come principio attivo la SADDAMHUSSEINA.
Una compressa forte contiene:
Eccipienti:
Il farmaco è ben assorbito per via orale, si distribuisce bene
in tutto il mondo, raggiungendo velocemente buoni tassi d'interesse
soprattutto nelle ditte europee e nelle banche svizzere.
La Saddamhusseina è un antibiotico il cui effetto battericida
è dovuto al blocco di 2 enzimi: la democraziasi e la filoamericanasi
e all'attivazione di altri 4: la espandasi, la setedipoterasi, la
suopopolorovinasi, la inquinamentasi. L'azione è dovuta soprattutto
all'attivazione degli ultimi 4, che determinano la rottura della parete
batterica.
Lo spettro d'azione è molto ampio; comprende: alcuni Islam+
quali iranobacterius aiatollofilus e kuwaitella petrodollaris; e molti
Islam- quali porinibacterius sciiti, porinibacterius kurdii;
israelococchi, ambasciatococchi; agenzieareas europeans e su alcuni
virus di fabbricazione sovietica.
Reazioni chimiche: produzioni di gas tossici a livello sistemico;
uso di gas tossici a livello locale; nausea, vomito; stipsi e/o cacarella.
Nel caso che durante il trattamento comparisse morte, sospendere immediatamente
l'uso del prodotto e consultare il più vicino muezzin.
Reazioni esterne: intifada; embargo; pisciatoi in U.S.A.; ulcera bushica:
in caso di attacchi al sistema petrolifero-kuwaitiano consultare subito
un generale (americano), che può in caso di invasione sistemica,
intervenire tempestivamente con un intervento chirurgico. Se l'attacco
colpisse invece la regione cefalica (nord) o la regione inferiore
(sud), data l'infezione petrolifera che non se ne avrebbe, è completamente
inutile stare a scomodare il personale milit... heemm! medico.
Una sola compressa forte.
P.S. Se la vostra farmacista (bona) di fiducia avesse finito
l'IRAKENOLAX®, fatene volentieri a meno (dell'IRAKENOLAX®,
non della farmacista!)
Questo breve ma intenso corso si propone la finalità di fornire
al lettore gli strumenti e la preparazione necessaria ad affrontare,
con buone probabilità di successo, la prima fase del... "TORNEO
DI RIMBALZO". (Per una completa e diffusa trattazione su tale torneo
rimando i lettori al numero precedente de "IL SUGHERINO").
I) CIRCA LA NATURA DEI NUMERI
I numeri, fondamento di tutta la matematica, hanno origini lontane
nel tempo. Spesso ai numeri sono state attribuite origini e natura
divine ma si può affermare con quasi totale ragionevole certezza
che essi siano una "creazione" puramente umana: ci sarà stato
pure qualcuno che li ha dati per primo, o no?
II) SULLE LORO ABITUDINI
Questi "esseri", qualora abbiano particolari affinità, amano vivere
in agglomerati dalle caratteristiche peculiari, detti insiemi. Esistono
quindi i numeri Reali, Naturali, Interi, Razionali ed Irrazionali.
Questi ultimi si distinguono per il loro comportamento: istintivi,
passionali, a volte lunatici e perfino schizzofrenici sono appunto
irrazionali o "di fuori".
Lasciamo al lettore per esercizio l'analisi delle altri specie.
III) DEL FARE OPERAZIONI MATEMATICHE
Le operazioni elementari sono poche (purtroppo) eppure tra di esse
ve ne sono alcune che possono risultare dolorose. Dolorose? Certamente!
L'estrazione di radice, per esempio.
Persino il più potente calcolatore non potrebbe cambiare le cose.
Come farebbe il vostro dentista di fiducia ad usarlo nella vostra
bocca? Rimane dunque solo l'estrazione a mano, laboriosa e/o dolorosa,
appunto. Oltre a tale operazione, in generale tutti i calcoli portano
a difficoltà e lunghe sofferenze.
IV) CENNI DI TRIGONOMETRIA
Gli oggetti principali dello studio della trigonometria sono 3: il
seno, il coseno e la tangente. Il primo è il più amato dagli
studenti, soprattutto se è iperbolico, mentre il coseno ha comunque
i suoi estimatori e studiosi. Della tangente, vista la sua caratteristica
di t0ccare solo in un punto, non gliene frega niente a nessuno.
V) SULLE FUNZIONI
I tre oggetti appena visitati sono un tipico esempio di funzioni.
Le funzioni si dividono in diversi tipi: continue, discontinue, a
tratti, al trotto, allo strutto ed anche trascendenti o trascendentali,
delle quali, per ovvie ragioni, non parleremo. Ma per non creare disparità
nella trattazione degli argomenti non parleremo neanche delle altre.
Anche le funzioni, come gli insiemi, possono essere limitate ma, a
differenza di quelli, il più delle volte non c'è verso di
far ammettere loro un proprio limite. Si distinguono così un altra
classe , quella delle funzioni presuntuose. Quasi tutte le funzioni
sono derivabili (è sufficiente salpare l'ancora) ma si possono
facilmente ritrovare eseguendo un'operazione a 4 ruote motrici: l'integrale.
Questa operazione ci riporta indietro nel tempo ad una primitiva (facilmente
riconoscibile dal vestito di pelle leopardato e dalla clava) che,
anche se non è la nostra funzione di partenza, ci somiglia molto
(è quindi un'antenata).
CONCLUSIONI
Spero che questa trattazione risulti di sicura utilità a coloro
che la leggeranno. Gli argomenti trattati non sono sicuramente dei
più semplici ma mi auguro che in questa forma divulgativa possano
rappresentare un valido aiuto ai tanti lettori che si accingono ad
affrontare, speranzosi di vincerlo, il già citato e ormai famoso
"TORNEO DEL RIMBALZO".
Alla scoperta di espressioni straniere. Della serie "Le offese nel
mondo" dal Marocco:
Fangala. Traduzione: Attendi l'arrivo dell'impala saltellante
che con l'uccello di fuori centrerà con maraviglievole mira il
lurido buco oscuro da cui esce la tua cacca .
Introduzione
Prima di cominciare a discutere su questo delicato argomento è
d'uopo fare riferimento ad alcune piccole cose.
Innanzi tutto, la vita ti porta a pensare a determinate cose. Queste
cose sono conseguenze di fatti accidentali e di esperienze volute.
E come disse il saggio "E quel che non AMMAZZA, INGRASSA".
Teoria del Wil Coyote:
In natura sono presenti il Coyote e lo struzzo Bip Bip. Da loro si
tra tre postulati fondamentali:
Esempio del Coyote: Il Coyote (noi), lo struzzo (la natura):
Dopo questa lunga nota introduttiva per farvi entrare nel succo del
discorso, arriviamo al clou dell'argomento:
CHE COS'E' LA SFIGA?
Alla domanda rispondiamo: "E' la Natura che si accanisce nei tuoi
confronti".
Amici lettori intellettuali, pensate ad una flotta di piccioni...
anzi non pensate più: vi hanno cacato addosso.
E' possibile misurare il grado di sfiga?
Ebbene sì.
L'unità di misura della sfiga è lo SFIGOMEN: uno sfigomen
corrisponde ad un campo di "Piate di vacca": pestandole tutte avrai
1 sfigomen, se ne pesti la metà il valore è di 0,5 sfigomen.
La scienza moderna ha creato un attrezzo per misurare la sfiga: questo
è lo Sfigomanometro a palle rotanti (per il funzionamento di tale
apparecchio consultare i seguenti testi disponibili nella biblioteca
di Farmacia: G.C. Porretta "Analisi quantitativa"; Amorosa: "Manuale
di tecnica e legislazione farmaceutica".
Grafico: da questo grafico si può vedere che la sfiga è proporzionale
alle ore del giorno, possiamo quindi tracciare la curva gaussiana.
Il massimo della sfiga lo si raggiunge a mezzodì, ovviamente non
tutti i soggetti presentano un grado di sfiga tale. Osservando ulteriormente
il grafico si capisce che durante la notte non sono presenti fenomeni
di sfiga, a meno che non si cada dal letto durante il sonno: vedi
picco A sul grafico.
Tabella 1: Valutazione della sfiga in maniera tangibile: Sugherino Cinema: consigli per gli spettatori ovvero come godersi
in santa pace i cosiddetti FILM DA NON PERDERE (come i libri da leggere
assolutamente o il weekend da fare in quel paesino che se non ci vai
vuol dire che non hai mai visto nulla) senza rovinarsi il fegato.
Identikit di spettatori da evitare: se ne incontrate cambiate frettolosamente
di posto, se invece i tipi da evitare siete voi, che Dio vi stramaledica!
ADOLESCENTI, con o senza brufoli, con o senza giacca a vento, con
o senza Kiodo, con o senza lambertimbergek: Da soli sono INOFFENSIVI
(a meno che non siate di quelli che odiano sentire masticare, sgranocchiare,
sputare, ciucciare) ma in gruppo sono TREMENDI, ridono quando c' é
da piangere, non capiscono le battute quando ci sono e se le fanno
ripetere, ridendo rumorosamente almeno due scene dopo ; E` CONSIGLIABILE
UNA DISTANZA MINIMA DI DIECI METRI.
TRENTENNI vestiti CASUALmente o QUARANTENNI Assistenti Universitari
(con o senza studentessa a rimorchio), con lo sguardo tra lo spento
ed il triste con tendenza al suicidio che pero` si anima e diventa
addirittura scintillante appena si smorzano le luci della sala: SONO
I CINEFILI SILENZIOSI e di per sé non disturbano minimamente ma
occorre controllare che non siano vicini a possibili fonti di rumore:
al minimo brusio diventano delle belve feroci, sono capaci di fulminarvi
soltanto se vi mettete ad accartocciare il biglietto.
TRENTENNE/QUARANTENNE vestito all' ultimo grido Stefanel Repubblica
con o senza barba, sguardo alto, continuamente alla ricerca di un
interlocutore: é il CINEFILO D' ASSALTO ed é quasi impossibile
evitarlo anche se la platea é mezza vuota si mettera` sicuramente
vicino a qualcuno e comincera` a parlare del Film sia prima che durante
che dopo la proiezione; lo fara` con voce alta e chiara, con proprieta`
di linguaggio e ricchezza di particolari (la pagina degli spettacoli
la legge attentamente e si sente!): se vi piace pensare da voi o siete
anche capaci di avere sensazioni vostre o avete letto lo stesso giornale,
arretrate o avanzate di almeno tre file.
Poi c' é il tipo L' HO LETTO SULL' ESPRESSORAMA con uno stile
da commercialista o da Giovane-Impiegato-Di-Banca-con-l' Hobby -della-Borsa:
é tremendo perché vi racconta come va a finire, vi anticipa
tutto quello che accade scena per scena, (magari con la scusa di raccontarlo
alla sua ragazza) e si ha sempre l' impressione che sia venuto al
Cinema per rovinarvi la giornata oppure per controllare se quello
che scrivono é VERAMENTE VERO. Sono inoltre da evitare: le COPPIETTE
(lui/lei, sicuramente distratto, perde una scena e se ne fa fare il
riassunto ma raramente lo condivide e quindi si accende un dibattito);
i GRUPPETTI DI MAESTRE/PROFESSORESSE che non smettono di parlare un
secondo ( hanno un allenamento micidiale: si danno il cambio in modo
perfetto e se vi provate a dire qualcosa vi mettete ancor di piú nei
guai perché sono abituate a considerarsi fuori dalla portata
di ogni critica); i COMMENTATORI ( persone solitamente di stazza notevole,
con bei vocioni baritonali che non risparmiano apprezzamenti o critiche
cercando, e spesso ottenendo, consensi fra gli altri spettatori).
Un' ultima parola merita spenderla per quelle persone alte che si
mettono a sedere nelle prime file e anche per quelle che nonostante
siano sotto il metro e settanta, sembra che abbiano mangiato un palo
e vi deliziano con la loro nuca per tutta la durata del Film.
La redazione del Sugherino vi augura una felice visione.
Adesso che si sono calmate un po' le acque posso dire qualcosa anch'io,
che ne sono la diretta interessata. Prima di tutto vorrei ringraziare
coloro che si sono così tanto preoccupati della responsabilità
futura (che starei prendendomi oggi) nei confronti dei miei sentimenti
ed in breve, vorrei chiedere alcune cose.
Non siate ipocriti, per favore. Perché la prossima volta non ne
discutete direttamente con me? Che ne sapevate voi di quello che io
provavo in quei giorni e che ne sapete di quello che io ho già
sofferto? Nessuno di voi mi ha chiesto mai niente, per cui ritengo
che non avrebbe alcun diritto di giudicare e criticare la mia vita
sentimentale. Vi ringrazio lo stesso per la preoccupazione, ma vi
prego, la prossima volta ricordatevi che ho due orecchie, una bocca,
un cervello e un cuore per cui posso partecipare anch'io a certi discorsi,
soprattutto se riguardano me.
Una vecchia mi sorride. La Redazione de Il Sugherino ringrazia sentitamente
la Parrocchia di S. Stefano in Pane per aver gentilmente messo
a disposizione la fotocopiatrice.
In segno di riconoscenza pertanto (oltre ad aver già
versato un cospicuo obolo per i poveri) si impegna a
non bestemmiare per almeno una settimana.
RATATAPUM!!
Una bomba di farmaco!
Note sul farmaco:
La Saddamhusseina è un antibiotico ricavato per fermentazione
naturale del Medio-Oriente con brodo di coltura addizionato di: petrolio,
palestinesi, islamismoesasperatoacido e con spese militari in cristalli
come precursore.
Proprietà:
Indicazioni:
Infezioni delle vie aeree (anche dovute a Scwarzbomben Kopfii); infezione
dell'apparato digerente (per gli Irakenei, solo a chi è rimasto);
cute ancora integra; cuore ancora funzionante. Su queste ultime il
trattamento battericida e distruttivo è assicurato.
Posologia:
Prendetene poco!!!
Controindicazioni:
Ipersensibilità accertata verso i dittatori (sottoclasse di antibiotici
a cui appartiene la Saddamhusseina); gravi lesioni dell'economia;
evitare l'uso in gravidanza (specie se curda e sciita).
Effetti collaterali:
Il prodotto purtroppo da una sfilza di effetti collaterali (cazzi
vostri!), cioè reazioni interne, insoddisfazioni, incazzatura,
attacchi kurdiaci, non se ne po' più, levati di culo!, eruzioni
petrolifere con edemi marini.
Confezioni:
LOZIONI DI MATEMATICA
Angolo del poliglottolo
LA VITA E LE SUE CONSEGUENZE
LA SFIGA
Una ragazza sta con te; ella ti dice: "Vai a c... casa!"; il ragazzo
finché non ha capito bene il concetto di casa non sente un dolore
intrinseco, ma quando alla lunga riesce, dopo uno sforzo mentale,
a capirlo, va a casa. Ciò dimostra il terzo enunciato.
Raspa, Biagio & STEP
Valori Attività sfigatoria 0 Tutto regolare
1 Vedi esempio nella descrizione dell'unità di misura
10 Cappotti con la macchina
100 Vai a letto con una topa e scopri che è un topo
500 Vai in bagno e ti cascano le palle nei cessi di farmacia
1000 Domani hai l'esame di Chimica Farmaceutica e Tossicologica I, cioè G.R. (beato chi l'ha dato)
Sul grande schermo è ancora più bello.
di Cocco Bill
IL MISANTROPO
(Atto I; Moliére)
Alceste: (...) Io esigo che l'uomo sia uomo, che
in tutte le occasioni il discorso salga su dal fondo dell'anima, che
si parli col cuore in mano, e che mai e poi mai si nasconda sotto
la maschera dei complimenti ciò che uno ha dentro.
Vagava, pensando
lungo la mia strada.
Ad un tratto si accorge di me
alza lo sguardo
impaurito
verso le mie ruote.
Apre le braccia, per mantenere l'equilibrio
io, gli sono lontana
ma a lei
faccio paura.
Un attimo dopo
mi entra negli occhi
alza le spalle
e apre le sue rugose labbra
verso di me.
Avrei voluto abbracciarla.
LA CADUTA DEGLI DEI: