Rimborso licenza Windows: il giudice dice sì

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giovedì 18 Ottobre 2007

Firenze, 18 Ottobre 2007. Il Giudice di Pace di Firenze, dr Alberto Lo Tufo, ha depositato la sentenza promossa da Marco Pieraccioli, consulente informatico dell'Aduc, difeso dagli avvocati dell'Aduc Anna Maria Fasulo e Claudia Moretti, con la quale viene accolta la richiesta di rimborso del costo per l'obbligo di acquisto della licenza Microsoft Windows incorporata in un pc portatile con sistema operativo pre-installato. La causa era fondata sul presupposto che la Hewlett-Packard italiana srl (HP), titolare del marchio Compaq, nella “licenza d'uso del sistema operativo Microsoft” (Eula), dice “qualora l'utente non accetti le condizioni del presente contratto, non potra' utilizzare o duplicare il software e dovra' contattare prontamente il produttore per ottenere informazioni sulla restituzione del prodotto o dei prodotti e sulle condizioni di rimborso in conformita' alle disposizioni stabilite dal produttore stesso”.

HP si era difesa negando il rimborso in quanto il computer sarebbe stato inscindibile dal sistema operativo, non tanto per problemi tecnici ma commerciali. Il Giudice ha accolto i nostri rilievi ed ha condannato HP al rimborso del costo della licenza previa restituzione della stessa, e riconoscendo il rimborso delle spese legali.

Questi alcuni punti focali della motivazione:

- il riconoscimento della necessita' del consenso dell'acquirente sull'alternativa tra rimborso totale del prodotto e rimborso della sola licenza non voluta.

C'e', quindi, un riconoscimento giuridico della responsabilita' contrattuale. Il giudice di Pace, infatti, conferma e riconosce come “sussiste per l'utilizzo del software un contratto separato (con condizioni oltretutto molto particolari) che il compratore non ha possibilita' di conoscere prima di avere comprato il prodotto …e che, se non accettato, impone di restituire quella parte dell'acquisto lasciando il compratore con un prodotto comunque diverso e di minor valore rispetto a quello pagato”.

Crediamo che questa sia la prima sentenza del genere in Italia, sentenza che da' speranza concreta alle migliaia di consumatori che hanno fatto ricorsi del genere e a tutti quelli che non l'hanno mai presentato pur condividendone le ragioni. Si potrebbe dire che Davide ha vinto contro Golia, e in un certo senso e' anche vero, ma e' piu' semplice rilevare che il giudice ha affermato che sul mercato possono esistere anche vasi portafiori vuoti, da riempire poi con cio' che l'acquirente preferisce. Cioe' che il mercato e' libero non solo per produttori e venditori, ma anche e soprattutto per i consumatori.