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Non solo computer

Network computer

Nel paragrafo dedicato a Java abbiamo visto come le caratteristiche innovative di questa piattaforma informatica abbiano suscitato una grande attenzione, testimoniata dalla rapidità con la quale essa è divenuta uno standard di fatto su Internet. Oggi non esiste azienda informatica interessata alla rete che non abbia inserito Java nei suoi piani strategici, in un modo o nell'altro.

Sull'onda di tanto successo, alcuni analisti e operatori del settore, capitanati da Scott McNealy, amministratore delegato della Sun, si sono spinti ad asserire che la diffusione di Java avrebbe determinato una vera e propria rivoluzione nella storia dell'informatica: il passaggio dall'era del personal computing a quella del network computing.

Fino ai primi anni '80 la storia dell'informatica è stata una storia di dinosauri tecnologici. Gli elaboratori informatici erano delle macchine enormi, costose e difficili da utilizzare. Solo i militari, alcune grandi aziende pubbliche e private, o le grandi università potevano permettersi gli investimenti necessari per acquistare e utilizzare questi esosi e complessi 'ordigni' computazionali.

La svolta epocale inizia in un garage: quello in cui Steve Wozniack e Steve Jobs, due giovani col pallino dell'informatica, costruirono, usando materiali di scarto, il primo vero personal, e lo chiamarono Apple.

L'introduzione dei personal computer fu l'inizio vero e proprio della rivoluzione digitale. I computer, uscirono dai centri di calcolo, e arrivarono prima sulle scrivanie degli uffici e poi nelle case, trasformando il modo di lavorare, di studiare, di giocare. Per trovare un processo di trasformazione economica e sociale di simile portata indotto da una innovazione tecnologica, bisogna risalire ai tempi della macchina a vapore e della prima rivoluzione industriale.

Nel giro di venti anni la potenza dei personal computer è cresciuta con ritmi esponenziali: oggi un desktop casalingo supera la potenza di calcolo dei mainframe di venti anni fa, che erano grandi come un appartamento. Questa crescita nella potenza di calcolo è legata strettamente alla crescita di complessità e potenzialità dei sistemi operativi e dei programmi applicativi, sempre più affamati di risorse, di memoria, di velocità. Un circolo infernale che ci costringe a rinnovare le apparecchiature informatiche ogni due o tre anni.

L'idea del network computing, affermano i suoi sostenitori, potrebbe invertire proprio questa tendenza. Piuttosto che avere sul proprio disco rigido sistemi operativi giganteschi e molti programmi complessi, ci si potrebbe collegare a potenti server in rete: questi ultimi, oltre ai dati, potrebbero offrire i moduli software di volta in volta necessari, gran parte dei quali realizzati in Java. L'utente farebbe uso di queste 'applicazioni distribuite' solo per il tempo necessario, e pagherebbe il tempo di utilizzo.

Naturalmente se le applicazioni e i programmi vengono distribuiti sulla rete anziché risiedere permanentemente sul disco fisso dell'utente, il computer di quest'ultimo potrebbe essere notevolmente alleggerito. Sarebbe sufficiente un semplice terminale intelligente, dotato di interfaccia per la connessione in rete ma senza sistema operativo. O meglio, con un sistema operativo capace di eseguire programmi Java in modo nativo, affiancato da un potente browser: un cosiddetto network computer. Infatti gran parte delle funzioni di un vero sistema operativo, come abbiamo già visto, risiederebbero sulla rete. I costi di un network computer sarebbero molto contenuti, e - ciò che più conta - i costi per l'acquisto del software verrebbero drasticamente abbattuti.

Ma c'è anche chi rileva i lati negativi di una 'rivoluzione' di questo tipo, e i motivi per i quali la sostituzione dei personal computer con i 'computer di rete' potrebbe risultare tutt'altro che desiderabile. Infatti il personal computer è uno strumento polifunzionale, che - almeno in linea di principio - permette a chiunque di avere un rapporto attivo con le tecnologie informatiche, e di utilizzare gli strumenti che desidera in modo creativo e personalizzato. Non solo: il computer è anche un potente strumento cognitivo, grazie al quale ognuno dispone, in teoria, dei mezzi adeguati per produrre e manipolare informazioni complesse - in fondo, è innegabile che lo stesso fenomeno Internet sia un prodotto dell'era del personal computer. Il network computing invece tende a centralizzare i modelli di calcolo in grandi supercomputer, i quali determinano il tipo di applicazioni che ogni utente può usare, e il modo di usarle. C'è insomma il rischio di vedere una diminuzione della libertà e della creatività applicativa.

Il dibattito sulle questioni di principio può risultare senza dubbio interessante. Ma nella realtà il conflitto tra queste due impostazioni è fortemente determinato dagli enormi interessi in gioco nel mercato dell'informatica. Infatti lo spostamento di paradigma verso le tecnologie del network computing metterebbe in discussione l'attuale predominio delle due imprese leader nel settore dei sistemi operativi e dei microprocessori, rispettivamente Microsoft e Intel. Una simile prospettiva ha naturalmente attirato l'attenzione del fronte 'anti-Wintel' (così si è soliti appellare il cartello di fatto tra i due colossi dell'informatica), a partire dalla azienda che ha sviluppato Java, la Sun Microsystem, per finire con nomi del calibro di IBM e Oracle.

I primi prototipi di network computer aziendali sono stati presentati alla fine del 1996. Il più interessante, anche dal punto di vista del design, è il modello della Sun, battezzato programmaticamente Javastation, basato su un processore di tipo RISC in grado di eseguire codice Java in modo nativo. Anche IBM ha realizzato un modello di network computer, basato su un processore PowerPC, ma controllato da una versione ridotta di AIX, lo Unix di casa Big Blue.

In realtà, a distanza di qualche anno la rivoluzione del netwok computer sembra segnare il passo (come, se ci si perdona un peccato di indulgenza autoreferenziale, avevamo già previsto nella prima edizione di questo manuale). Già poco dopo la sua proclamazione si è verificata una decisa ridefinizione degli obiettivi: abbandonato ben presto l'orizzonte del mercato consumer, il mercato di riferimento di questa tecnologia è stato individuato nel settore aziendale, sull'onda del fenomeno Intranet/Extranet. Infatti la diffusione delle tecnologie Internet nelle reti aziendali, sia per connessioni a grande distanza, sia per reti locali, permetterebbe di trarre i massimi benefici dal network computing: riduzione dei costi hardware, abbattimento dei costi software iniziali e, soprattutto, crollo dei costi di gestione e di innovazione del software. Ma anche in questa fascia di mercato non si è verificato quel successo trionfale che era negli obiettivi dei protagonisti di questa vicenda.

Probabilmente la disponibilità di risorse di memoria e di calcolo sempre più veloci, potenti ed economiche rende difficile ipotizzare un abbandono immediato dei personal, che richiederebbe peraltro una profonda ridefinizione dei modelli di gestione del flusso informativo nelle aziende.

Di conseguenza il network computer, dalla sua posizione di punta avanzata della rivoluzione digitale, è rientrato nei ranghi delle tante tecnologie che caratterizzano questa fase di profonde ma multiformi trasformazioni.

Internet sul televisore

Il testimone abbandonato dal network computer è stato recentemente raccolto da un'altra tecnologia che promette una profonda rivoluzione, e attira di conseguenza grandi investimenti: l'accesso alla rete mediante il televisore. L'idea di fondo è in parte simile: semplificare i sistemi di accesso al fine di moltiplicare il numero degli utenti, e dunque dei consumatori, di tecnologie e servizi telematici. Ma in questo caso la moltiplicazione potrebbe essere prodigiosa: basti pensare alla quantità di apparecchi televisivi sparsi per il pianeta! E soprattutto al fatto che decine di milioni di persone che di fronte ad un computer manifestano timore reverenziale o rifiuto pregiudiziale, trafficano senza batter ciglio con telecomandi e videoregistratori, le cui interfacce sono spesso assai più astruse di quelle dei moderni sistemi operativi.

Dal punto di vista tecnologico, in realtà, l'accesso ad Internet mediante il televisore non rappresenta una gran novità. Infatti i cosiddetti set top box su cui tutto si basa non sono altro che dei computer semplificati, privi di tastiera, mouse e monitor tradizionale e dotati esclusivamente del software per la navigazione sulla rete ed eventualmente per la consultazione della posta elettronica. Questa 'sottospecie' di computer va collegata direttamente al televisore, come avveniva per gli home computer della fase eroica dell'informatica domestica (alcuni lettori ricorderanno nomi come 'Commodore 64' o 'ZX Spectrum'!).

In effetti 'set top box' è un'espressione inglese traducibile in italiano con qualcosa come 'scatola da mettere sopra', sottointendendo sopra al televisore. Si tratta di apparecchi che hanno un aspetto molto simile a quello dei decoder satellitari: sono semplificati non solo dal punto di vista dell'uso, ma anche per quanto riguarda dimensioni, e numero di cavi da collegare. Normalmente un set top box pone l'utente di fronte alla sola incombenza di dover collegare l'uscita video alla presa SCART del televisore, oltre a inserire nelle rispettive prese la spina elettrica e il cavo di collegamento alla linea telefonica: la navigazione avviene tramite quello che assomiglia ad un normale telecomando; una tastiera a raggi infrarossi (senza fili) permette di digitare gli indirizzi e di scrivere le e-mail.

Uno dei set top box attualmente più diffusi è WebTV (la società che lo produce è stata recentemente acquistata dalla Microsoft [109]). WebTV, nella sua configurazione standard (completa di un modem 56K e di un hard disk da 1.1 GB) è stato già acquistato da 300 mila famiglie americane al prezzo di 99 dollari. Anche in Italia la Telecom sta promuovendo la distribuzione di un set top box, distribuito al costo di circa 500.000 lire.

Oltre a favorire potenzialmente la crescita degli utenti della rete, la diffusione di strumenti simili a Web TV potrebbe agevolare nel prossimo futuro - vista la nativa integrazione con gli apparecchi televisivi - lo sviluppo della televisione e del video on demand: tramite semplici interfacce basate sul Web sarà possibile accedere ad enormi database di programmi televisivi e film, che potranno essere ordinati, pagati singolarmente grazie alla disponibilità di connessioni sicure e visti a qualsiasi ora della giornata. I prossimi anni ci diranno se queste aspettative saranno destinate a realizzarsi.

Uno strumento in qualche misura analogo, anche se l'integrazione è in questo caso col telefono anziché con il televisore, è il telefono-browser: un dispositivo dotato di un piccolo schermo a cristalli liquidi, in grado sia di svolgere le normali funzioni di un apparecchio telefonico, sia di collegarsi automaticamente alla rete e permettere la navigazione su Web. Uno strumento che potrebbe trovare facilmente posto sul comodino della stanza di un albergo a cinque stelle.

Internet nel taschino

Un'altra famiglia di strumenti per accedere alla rete alternativa alla canonica coppia computer da tavolo + modem o LAN, e oggetto di un notevole interesse, è quella delle tecnologie di comunicazioni portatili e wireless.

Prima di iniziare a dare informazioni più precise in merito a queste 'strade alternative' per usare Internet, è bene chiarire fin da subito che allo stato attuale le connessioni che utilizzano una linea cellulare GSM sono sensibilmente più lente di qualsiasi collegamento basato su linea telefonica tradizionale. Questa premessa è necessaria per non creare aspettative ingiustificate negli utenti che intendono, per esempio, andare in vacanza con il proprio personal computer portatile convinti di poter navigare e scaricare la posta in qualsiasi luogo grazie al proprio cellulare GSM, alla stessa velocità garantita dalla loro tradizionale postazione di lavoro connessa alla rete telefonica urbana. La realtà, purtroppo, è al momento meno rosea. Infatti la velocità massima consentita da una connessione dati su linea GSM è di 9600 bps. Altro inconveniente è la necessità di raggiungere una zona che sia ben 'coperta' dalla rete cellulare, garantendo così un buon livello, e quindi una buona qualità, del segnale radio ricevuto dal telefonino. È anche sconsigliabile l'attivazione di una connessione dati da un mezzo in movimento (treno, automobile, etc.). In tale situazione, infatti, le possibilità di caduta della linea o di un collegamento di cattiva qualità sono molto alte, anche se una normale conversazione vocale si potrebbe magari portare a termine in tutta tranquillità. Per rendere inutilizzabile una linea dati può essere sufficiente il passaggio da una cella della rete GSM ad un'altra.

In buona sostanza, la connessione tramite telefono cellulare, modem e computer portatile o palmare va quindi utilizzata solo se si ha necessità di ricevere (seppure con una certa lentezza) e-mail e mandare fax da luoghi dove non sarebbe possibile raggiungere la tradizionale rete telefonica. Per quanto riguarda la navigazione sul Web, le funzionalità sono ancora più ridotte. La ricezione di immagini e animazioni a 9600 bps è estremamente lenta, ed è sostanzialmente impossibile accedere a contenuti multimediali. A tutto ciò si debbono aggiungere gli elevati costi della telefonia cellulare.

Tenendo presenti tutti questi limiti, vediamo ora quali sono gli strumenti necessari per accedere alla rete con tecnologie wireless. La configurazione più comune è quella costituita da telefonino GSM, computer portatile e modem GSM su scheda PC card. Poiché non esistono standard consolidati in questo settore, ogni marca di telefono cellulare utilizza una interfaccia proprietaria con le schede modem. Al momento dell'acquisto, pertanto, è necessario verificare l'effettiva compatibilità fra la scheda e il proprio telefono cellulare. La scelta più opportuna è costituita dagli apposti kit, completi di scheda e cavi di connessione, prodotti o certificati dalla stesse aziende produttrici di telefoni cellulari GSM: la spesa sarà un po' superiore, ma si eviterà ogni problema. Ricordatevi inoltre di assicuravi che il software di connessione che permette di predisporre computer e modem alla trasmissione dati cellulare sia compatibile con il sistema operativo installato sul computer.

Prima di effettuare la connessione, qualora non lo faccia automaticamente il software allegato al kit, è necessario impostare alcuni parametri che regolano la trasmissione dati del computer: in particolare occorre disabilitare l'uso del buffer FIFO e impostare a 9600bps la velocità di trasmissione/ricezione della porta seriale assegnata al modem PC Card [110]. Le restanti operazioni per stabilire la connessione sono le medesime che vanno effettuate per accedere alla rete con i normali modem da tavolo.

Il fatto che allo stato attuale queste tecnologie non siano ancora all'altezza delle aspettative dell'utenza non significa che non avranno, in un prossimo futuro, uno sviluppo concreto e interessante [111]. In primo luogo, a medio termine saranno introdotti dei nuovi standard di comunicazione cellulare che permetteranno un notevole aumento della velocità di trasferimento dati. La tecnologia GPRS (General Packet Radio Services), che introduce la trasmissione a commutazione di pacchetto nelle reti GSM, garantirà ad esempio velocità comprese tra 56 e 114 mila bps.

L'incremento della banda passante permetterà lo sviluppo di una serie di servizi innovativi. Già oggi, d'altra parte, le compagnie di telefonia cellulare, oltre ai canonici abbonamenti, iniziano a fornire pacchetti di servizi informativi che integrano telefonia cellulare, messaggi SMS, e-mail e persino navigazione sul Web. In questa direzione, peraltro, si muove la ricerca di nuovi standard dedicati alla fruizione di Internet con tecnologie wireless. Ricordiamo in particolare il Wireless Application Protocol (WAP; un indirizzo utile al riguardo è quello del WAP forum, http://www.wapforum.org), un protocollo specifico per la distribuzione di servizi Internet su connessione radiomobile. WAP - sviluppato in comune da Ericsson, Motorola, Nokia e Unwired Planet - sarà implementato su speciali telefonini GSM dotati di un display particolarmente ampio e di un software di navigazione in grado di leggere i documenti prodotti con il linguaggio di marcatura WML (Wireless Markup Language), a sua volta parte dell'architettura WAP [112]. Sono peraltro già disponibili dei software di conversione che rendono HTML compatibile con WML, permettendo così, non appena il protocollo WAP sarà adeguatamente supportato, di mettere a disposizione degli utenti di telefonia cellulare l'intero spazio informativo del Web.

Ulteriori aperture per il mercato wireless saranno determinate dall'ampliarsi del mercato dei palmtop computer, che da semplici agende elettroniche vanno sempre più assomigliando a veri e propri computer. L'onnipresente Microsoft ha sviluppato proprio per questo tipo di computer in miniatura una apposita versione di Windows (Windows CE) dotata di tutti gli strumenti necessari all'uso di Internet (compresa le versioni light di Internet Explorer e di Outlook). Le procedure per connettere a Internet un computer palmare dotato di Windows CE non sono troppo diverse da quelle proprie di Windows 98.

Elettrodomestici in rete

Un'ennesima novità che si va profilando nel settore delle nuove tecnologie, novità che potrebbe avere delle conseguenze enormi nel mondo dell'informatica e dell'elettronica di consumo, è la tecnologia Jini (la cui pronuncia inglese è la stessa della parola genie: 'genio'), sviluppata ancora una volta dalla Sun Microsystems.

La filosofia alla base di questa nuova piattaforma sviluppata dalla Sun si può riassumere nel motto spontaneous networking (connessione in rete automatica). Jini, infatti, è un mini sistema operativo (occupa solo 600 Kbyte) derivato da Java. Grazie alla minima occupazione di memoria, esso può essere immagazzinato su un semplice microchip. In tal modo può essere utilizzato per il controllo automatico e per la interconnessione di ogni sorta di apparecchiatura elettronica: comuni elettrodomestici, telefoni cellulari, periferiche per computer come stampanti, scanner, modem, etc.

L'innovazione più interessante introdotta dell'architettura Jini consiste nell'inversione delle normali procedure di configurazione di una periferica. Attualmente per aggiungere una stampante ad un computer è necessario 'insegnare' al sistema operativo a riconoscerla mediante dei software specifici (driver). I sistemi operativi più recenti, al fine di facilitare questa operazione, hanno adottato la cosiddetta tecnologia Plug and Play. Grazie ad essa è il sistema operativo stesso, non appena viene connessa una nuova periferica, che la identifica e sceglie (andandoli a pescare in un sempre più vasto serbatoio di driver) i software 'pilota' in grado di integrarla correttamente al sistema. Jini, invece, rovescia il processo: un dispositivo basato su questa piattaforma è in grado di 'autopresentarsi' a tutti gli altri dispositivi con cui viene connesso. Inoltre, Jini non solo facilita il riconoscimento reciproco, ma aumenta anche la capacità cooperazione fra i dispositivi interconnessi: un computer palmare, ad esempio, può collegarsi ad un PC da tavolo e condividerne le risorse di calcolo; un videoregistratore può interagire con il computer e il televisore utilizzando le funzionalità di entrambi.

Dal punto di vista tecnico la piattaforma Jini si articola su quattro 'layers' (livelli): Directory Service; JavaSpace; Remote Method Invocation (RMI); Boot, Join, and Discover Protocol. I primi due livelli gestiscono le informazioni relative al dispositivo su cui è installata e le istruzioni di base per interagire con altri macchinari Jini powered. Il livello RMI è il protocollo con cui Jini scambia i dati e riconosce le altre periferiche in una rete. L'ultimo livello è dedicato all'interazione vera e propria (diretta) con gli altri strumenti con cui Jini entra in contatto.

Questa architettura non solo funziona fra macchinari che utilizzano Jini, ma è anche compatibile con tutti i principali sistemi operativi funzionanti su personal computer. Infatti, affinché un normale PC possa connettersi ad una periferica Jini, sarà sufficiente che abbia in dotazione un interprete Java (cioè una Java Virtual Machine), strumento ormai integrato in tutti i moderni browser Web e sistemi operativi.

La tecnologia Jini, se avrà una adeguata diffusione, potrà effettivamente cambiare il nostro modo di interagire con l'ambiente tecnologico in cui siamo immersi, e con esso anche molte delle nostre abitudini di vita. Possiamo immaginare che in un futuro non troppo lontano, prima di lasciare l'ufficio in una calda giornata d'agosto, ci potremo connettere alla rete per avviare il condizionatore della macchina, regolare la temperatura dell'abitacolo, accendere il forno a microonde a casa e avviare la cottura della nostra pietanza preferita.


Note

[109] In realtà, più dell'oggetto fisico alla Microsoft interessa l'insieme di specifiche software che consentono a un 'client' WebTV di dialogare col server che fornisce informazioni e contenuti. Nelle intenzioni, WebTV dovrebbe così trasformarsi in un sistema adatto non solo alla navigazione su Web, ma anche a ricevere canali TV interattivi.

[110] Con Win95/98 queste operazioni si effettuano dal 'Pannello di controllo'. Per regolare la velocità sarà necessario compiere i seguenti passaggi: aprire il 'Pannello di controllo' e accedere alla finestra di configurazione 'Modem'; selezionare il modem PC card a cui è connesso il telefonino e poi premere il pulsante 'Proprietà'; selezionare 9600 nella finestra a cascata. Per disabilitare il buffer FIFO, sempre nella finestra di configurazione del modem selezionare la scheda 'Connessione', premere il pulsante 'Impostazioni della porta' ed eliminare il segno di spunta dalla casella 'Usa buffer FIFO'.

[111] L'interesse per questo tipo di tecnologie è confermato anche dagli investimenti della Microsoft, che ha creato un portale per servizi Web specifici per la telefonia cellulare (http://mobile.msn.com).

[112] Alcune case produttrici di hardware hanno già intrapreso questa strada, producendo delle agendine elettroniche in grado di navigare su Internet che, allo stesso tempo, svolgono funzioni di telefono cellulare.



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