next up previous
Next: Knoppix: GNU/Linux in 5 Up: pinguino-0.99-ol Previous: Cinque buoni motivi per

Subsections

Cinque buoni motivi per passare a GNU/Linux

Maggiore libertà, maggiore privacy

Come abbiamo già detto più volte il motivo più valido per passare a GNU/Linux è la libertà. Infatti la sua licenza si fonda su un ribaltamento evolutivo del concetto di copyright che protegge l'autore senza intaccare le libertà e la possibilità di collaborare di chi lo usa, come invece fanno le licenze che solitamente accettiamo, senza nemmeno leggerle, ogni volta che acquistiamo un software.
Quando acquistiamo un computer nuovo, solitamente questo ci viene fornito con l'ultima versione di Microsoft Windows, il cui prezzo non figura nella fattura. Il motivo non è, come pensano in molti, che quel sistema operativo sia un generoso omaggio della Microsoft o del rivenditore di computer, ma bensì che il suo costo è stato pagato alla Microsoft dal costruttore del computer, il quale se lo ripaga aumentando il costo del computer di cifre che viaggiano attorno ai 150 Euro, per la versione casalinga.
Ma questo è il meno: il vero danno si produce nel momento in cui, rompendo il sigillo della confezione del software, se ne accetta la licenza d'uso (la cosiddetta EULA), solitamente senza nemmeno leggerla.
All'inizio la licenza in questione limitava pesantemente le libertà uno due e tre, ma di recente sono state introdotte delle notevoli novità. Accettando la licenza di Windows XP, per esempio, voi rinunciate alla libertà zero (eseguire il programma a qualsiasi scopo) in quanto accettate di non poter eseguire un software di nome VncViewer, che serve a collegarsi dall'esterno al vostro computer per poterlo controllare da remoto. Anche se nessuno di voi, probabilmente, ha bisogno di quel programma in particolare, il problema è il precedente che questo fatto stabilisce: il diritto da parte del produttore del sistema di decidere quali programmi potete eseguire sul vostro computer! (questo, come abbiamo visto, è uno degli obiettivi della direttiva europea nota come EUCD). Oltretutto il software in questione, libero e gratuito, faceva concorrenza a un costoso programma Microsoft.
Se la cosa non vi sembra grave, pensate cosa succederebbe se qualcuno decidesse che non si possono eseguire su Windows programmi per la navigazione che non siano Explorer. Poi pensate se questo qualcuno modificasse Explorer di modo che non permetta l'accesso ad alcuni siti (questo lo fa già, in effetti), ma prendendo la lista dei siti proibiti dal server centrale di Microsoft (e questo non lo fa, ancora).
Vi sembra di leggere ``1984'' di George Orwell? Ormai avrete capito che questo è uno dei rischi del progetto TCPA/Palladium. Fortunatamente una così pesante limitazione delle libertà e dei diritti civili non sarebbe così facile da far passare, ma per intanto usare software libero ci mette al riparo da queste e altre sgradite sorprese. Per esempio violazioni della nostra privacy. Le prime versioni di Windows si resero famose, a suo tempo, per avere incorporato delle backdoor (letteralmente ``porta di servizio'') che spedivano informazioni riservate contenute nell'hard disk verso il server Microsoft, tutte le volte che l'utente si collegava a Microsoft Network. Per questo motivo alcuni governi rispedirono indietro intere partite del programma e Microsoft fu costretta a rimuovere il programma ``spione''. E questo non è un problema legato a Microsoft in particolare, bensì un ``difetto di fabbrica'' che affligge tutto il software proprietario poiché, essendo i sorgenti segreti, non è in alcun modo possibile controllarne il contenuto.
Se pensate, poi, che questi siano incidenti di percorso forse è bene che sappiate che Microsoft ha recentemente annunciato che, in accordo con la RIAA , il suo nuovo Windows Media Player conterrà un sistema di protezione per bloccare la copia non autorizzata del materiale audio/video. Per far ciò si collegherà in rete con i server delle case discografiche per controllare se quel particolare file goda o meno dell'autorizzazione.
Questa mossa fa il paio con l'ultimo aggiornamento dello stesso programma che, una volta scaricato e accettata la sua licenza, si occupava di rendere inutilizzabili tutti i lettori liberi -tipo il difusissimo WinAmp- che non contengono meccanismi di protezione del copyright (cfr.
http://www.apogeonline.com/webzine/2002/09/03/01/200209030101).
Insomma, pare che la direzione non sia affatto quella di aumentare la fiducia degli utenti rimuovendo dai programmi proprietari le funzionalità malevole, bensì rendere questa situazione un dato di fatto universale (cfr. il recente articolo di Richard Stallman all'indirizzo http://punto-informatico.it/p.asp?i=41911). Ma perché tutta questa fervente attività per sfornare prodotti che diano meno funzioni agli utenti? È evidente che nessuno sceglierebbe un sistema operativo ``menomato'' rispetto a uno libero... o no?

Maggiore sicurezza

Chi non ha mai ``preso un virus''? Credo che tutti coloro che usano Windows (e anche chi ha avuto la ``fortuna'' di usare MS-DOS) hanno vissuto, almeno una volta, questa dolorosa esperienza. In effetti spendendo ``il giusto'' per un antivirus aggiornato e prendendo le precauzioni di cui abbiamo parlato in precedenza si possono limitare i danni. Ma il problema è iscritto nella struttura di Windows, che lo rende facilmente preda di virus e attacchi anche banali -come quello raccontato nella sezione 2.2- .
Questo, insieme alla grande diffusione di Windows, è il motivo principale del grande numero di virus ``disponibili'' per Windows. Infatti, passando a GNU/Linux, la cosa più divertente diventa leggere i messaggi di posta con mittenti sospetti o sconosciuti. Ciclicamente potreste trovarvi di fronte a messaggi del genere:
Fatal error. Can't find Microsoft Outlook Address Book in C:$\backslash$Windows$\backslash$Apps$\backslash$MSOutlook$\backslash$...
ovvero ``Errore mortale. Non sono riuscito a trovare la rubrica di Outlook sul disco C:$\backslash$''.
Qualcuno potrebbe chiedersi però cosa potrebbe succedere una volta che GNU/Linux si diffondesse come e più di Windows. La risposta è che comunque le cose andranno meglio poiché, essendo GNU/Linux un sistema operativo multiutente, è naturalmente protetto dalla totale messa fuori uso. Qualsiasi attacco via mail potrà intaccare i dati di un singolo utente, ma non distruggere l'intero sistema. Non a caso, infatti, i computer che ``tengono in piedi'' Internet sono quasi tutti basati su sistemi operativi liberi.
E questo non è l'unico vantaggio della natura Unix sottesa a GNU/Linux. Se avete una connessione ADSL o migliore sempre collegata ad Internet le probabilità che qualcuno cerchi di introdursi nel vostro sistema crescono. Per difendervi da queste intrusioni potete decidere di installare un firewall software. Naturalmente esistono analoghi programmi anche per Windows, ma sono spesso meno solidi e praticamente sempre proprietari e a pagamento.
Infine con GNU/Linux potete anche difendere la privacy delle voste comunicazioni grazie a GNU Privacy Guard per la posta e OpenSSL per le connessioni via terminale e la navigazione sicura. In particolare GPG è in grado di spedire messaggi cifrati e firme digitali. Se inviate un documento cifrato con GPG, e la ricevente usa GPG per decodificarlo, il risultato è un documento non cifrato che può essere letto, inoltrato, copiato o persino ri-cifrato per essere inviato a qualcun altro in modo sicuro. Nulla a che vedere con le applicazioni che sta sviluppando il consorzio TCPA che consentiranno di leggere il documento a video, ma non di ottenere da esso qualsiasi documento non cifrato da utilizzare in altri modi.
Riassumendo, con GNU/Linux: E se ancora non siete convinte potete leggere direttamente le dichiarazioni di Brian Valentine, senior vice president del team di sviluppo di Microsoft Windows all'indirizzo:
http://www.infoworld.com/articles/hn/xml/02/09/05/020905hnmssecure.xml Eccone un breve stralcio tradotto in italiano:
``Non sono orgoglioso,'' ha detto, parlando a un gruppo di sviluppatori alla Windows .Net Server developer conference. ``Non abbiamo fatto tutto quello che potevamo per proteggere i nostri acquirenti (...) I nostri prodotti non sono stati costruiti per essere sicuri.''

Maggiore stabilità e qualità del software

Una delle cose ormai assodate è che GNU/Linux, e più in generale il software libero, sono assai più stabili e robusti dei sistemi proprietari. Questo significa: niente più ``schermi blu della morte'' (le tristi videate che ciclicamente Windows presenta ai suoi utenti non appena qualcosa va storto), niente più pomeriggi di lavoro persi per via di un'applicazione cattivella che ha violato qualche ignoto modulo dal nome strampalato, etc.

Stabilità: il caso HotMail

Hotmail è uno dei servizi di posta ``gratuiti'' più famosi al mondo. Il virgolettato è d'obbligo perché è ormai noto da tempo che questi servizi non sono altro che specchietti per le allodole messi in funzione dalle ditte per raccogliere dati personali per ricerche di mercato, fare spamming e veicolare quintali di pubblicità.
Non a caso nel 1997 Hotmail è stata acquistata da Microsoft. Al momento dell'acquisto tutti i servizi venivano erogati da grossi server Unix su cui era installato FreeBSD, un sistema operativo libero derivato direttamente da Unix.
Naturalmente appena preso il controllo della ditta i manager della Microsoft hanno pensato bene di cambiare il sistema operativo e i web server Apache con prodotti Microsoft.
Il risultato, secondo il sito The Register
(http://www.theregister.co.uk/content/28/23348.html), è che nel Dicembre 2001, a ben quattro anni di distanza dall'acquisto di Hotmail l'arduo compito non era ancora terminato. Come mai? La risposta l'ha trovata il Wall Street Journal che è riuscito ad ottenere una testimonianza di un impiegato della Microsoft:
FreeBSD è stato volontariamente tenuto in piedi, perché molto più affidabile di Windows per la gestione di un servizio usato da più di 100 milioni di utenti e perché, rispetto a Windows, sembra essere in grado di resistere meglio agli attacchi DoS (Denial of Service).
Fonte: http://www.linuxvalley.com/columns/columns.php?IdCol=101.

Maggiori opportunità di lavoro

Attualmente siamo in una congiuntura economica difficile. Il mondo dell'informatica è forse uno dei meno toccati da questa situazione, ma pure in questo campo la recessione si fa sentire. Avere anche solo un'alfabetizzazione informatica in un campo in forte espansione come quello del software libero può essere un punto in più nella ricerca di un lavoro.
Questo senza menzionare il fatto che lavorare con un sistema libero è un trampolino di lancio naturale per diventare davvero familiari con Internet e con i computer per via dell'approccio assolutamente trasparente del sistema che, non nascondendo alcuna parte del suo funzionamento interno, funge da ottima ``palestra'' didattica per chi ha la curiosità di imparare un pochino di più.

Minore costo

Questo fattore è stato fin qui trascurato dalla maggior parte degli utenti: infatti la stragrande maggioranza delle copie dei programmi da ufficio installate al mondo sono illegali, secondo una prassi che solo apparentemente avvantaggia gli utenti finali (che pensano di aver gabbato il proprietario del software mentre, in realtà, ne stanno aumentando la penetrazione sul mercato). Oltretutto oggi come oggi i controlli della finanza sono sempre più diffusi, soprattutto nelle sedi delle ditte e, come abbiamo visto, la nuova legge 248/2000 prevede sanzioni penali per la copia illegale di software.
Quindi un sistema GNU/Linux equipaggiato con una suite per ufficio libera può far risparmiare oltre 500 euro anche al cosiddetto ``utente home''. Questo senza nemmeno prendere in considerazione il fatto che la politica delle licenze di Microsoft sta cambiando e punta decisamente verso nuove licenze con validità temporale limitata che rischiano di risolversi in un ulteriore aggravio per le tasche degli utenti.


next up previous
Next: Knoppix: GNU/Linux in 5 Up: pinguino-0.99-ol Previous: Cinque buoni motivi per
Stefano Barale 2003-07-03