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doc:appunti:swpat:2005_03_21_risponde_monica_frassoni

2005/03/21 risponde Monica Frassoni

Da: "FRASSONI Monica" <mfrassoni@europarl.eu.int>
A: niccolo@rigacci.org
Data: 21-03-2005 11:32

Gentile Sig. Rigacci,

la ringraziamo per il suo fax di sabato scorso.
Qui di seguito alcuni comunicati stampa di Monica Frassoni sulla questione
della brevettabilità del software.
In allegato l'ultimo numero della newsletter di Monica Frassoni: l'editoriale
parla della brevettabilità del software.

Cordiali saluti,

Silvia Pogliani
Assistente


Monica Frassoni
Deputata al Parlamento europeo
Presidente gruppo Verdi/ALE
ufficio di Bruxelles ASP 8 G 202
Rue Wiertz 60
B-1047 Bruxelles
tel. +32 2 284 59 32
fax +32 2 284 99 32
ufficio di Strasburgo
tel. +33 3 88 17 59 32
fax +33 3 88 17 99 32
e-mail: mfrassoni@europarl.eu.int <mailto:mfrassoni@europarl.eu.int>
sito: www.monicafrassoni.it

07.03.2005 - Il Consiglio dei Ministri UE adotta direttiva sulla brevettabilità del software

Frassoni: Una sberla al Parlamento europeo

Monica Frassoni, Presidente del gruppo dei Verdi/ALE al Parlamento europeo, ha così commentato la decisione del Consiglio dei Ministri dell'UE sulla brevettabilità del software:

“La decisione del Consiglio Competitività, favorevole alla brevettabilità del software, è una sberla per l'industria informatica europea e per il Parlamento europeo. Il Consiglio si è inginocchiato davanti a Microsoft e co. e ha tradito gli interessi dei programmatori europei di software.”

“Il Consiglio ha ignorato la volontà del Parlamento europeo e non ha tenuto conto della posizione presa dalla Conferenza dei Presidenti del Parlamento che si era espressa in modo unanime contro l'adozione di questa direttiva, creando così un serio conflitto tra Parlamento, Commissione e Consiglio. Per ragioni puramente formali, i ministri dell'UE hanno oggi confermato la posizione comune del maggio 2004 anche se nel frattempo le circostanze sono profondamente cambiate.”

“Il Consiglio ha anche ignorato la crescente opposizione nei confornti di questa direttiva in numerosi parlamenti nazionai preoccupati, a giusto titolo, per il futuro della loro industria del software. Il testo attuale della direttiva sulla brevettabilità del software non deve diventare legge. I Verdi aumenteranno la pressione per assicurarsi che l'attuale proposta di direttiva non superi la seconda lettura. La commissione giuridica del Parlamento europeo discuterà della decisione del Consiglio e delle sue conseguenze quest'oggi, 7 marzo, alle 19.00 a Strasburgo.”

17.02.2005 - Brevetti software

Parlamento europeo: la Commissione presenti una nuova proposta

La Conferenza dei Presidenti del parlamento europeo ha deciso oggi di chiedere alla Commissione europea di presentare una nuova proposta di direttiva sulla brevettabilità del software. La co-presidente del gruppo Verdi/ALE Monica Frassoni ha dichiarato:

“Una decisione saggia. L'organo superiore del Parlamento europeo legittima in questo modo la decisione della commissione giuridica (JURI) del 2 febbraio scorso. Ci auguriamo che finalmente anche il commissario McCreevy, dopo la debole performance in commissione, comprenda quanto seria è la situazione e agisca di conseguenza. Ci aspettiamo che egli faccia quanto in suo potere per presentare una nuova proposta il prima possibile, una nuova proposta che tenga ovviamente conto dei rilievi mossi dal Parlamento europeo e delle necessità delle piccole e medie imprese del settore, limitando di conseguenza la brevettabilità del software.”

Finché non ci sarà una direttiva, l'ufficio europeo dei brevetti (EPA) continuerà a riconoscere brevetti sul software, anche se questi non vengono riconosciuti dalla maggior parte dei tribunali degli Stati membri. L'assenza di chiarezza in questo settore è ciò che consente questo modo di procedere. La proposta di direttiva emendata dal Parlamento europeo nel settembre 2003 stabiliva che soltanto le invenzioni di tipo tecnico fossero brevettabili, mentre il software sarebbe dovuto ricadere nel campo del diritto d'autore.

L'occasione chiama in questione anche persone del calibro di Bill Gates, che nel corso di una visita privata a Bruxelles ha tentato (senza successo) di convincere degli eurodeputati scettici sulla bontà della proposta al momento sul tavolo del Consiglio europeo. Gates ha parlato anche con il primo ministro danese Rasmussen, minacciandolo di trasferire 800 posti di lavoro dalla sua consociata danese Navison agli USA (cosa che lui nega), in caso la proposta attuale, che prevede una brevettabilità del software molto ampia, non fosse sostenuta dalla maggioranza: uno scenario che vedrebbe Microsoft perdere molti dei propri diritti in Europa. Monica Frassoni, a questo proposito ha aggiunto:

“Dobbiamo essere grati alla Microsoft per aver chiarito una volta per tutte chi ha maggior interesse alla brevettabilità del software in Europa: le multinazionali che vogliono estendere il loro monopolio anche nel nostro continente.”

02.02.2005 - Software: il Parlamento rilancia il dibattito

Commissione giuridica propone di ridiscutere la direttiva sui brevetti software

Approvata a stragrande maggioranza alla commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo una mozione che chiede al Presidente della stessa di verificare l'opportunità di riavviare la disamina del progetto di direttiva sui brevetti software. Questa possibilità, ai sensi dell'art. 55 del regolamento parlamentare, si presenta nell'ambito di una procedura di codecisione in diversi casi, uno tra questi l'avvenuta elezione di un nuovo parlamento. Le promotrici della mozione, la presidente del gruppo Verdi/ALE Monica Frassoni e la eurodeputata verde Eva Lichtenberger, hanno dichiarato:

“Evidentemente i membri della commissione giuridica, dopo aver ascoltato Commissario al Mercato Interno McCreevy, devono aver avuto l'impressione che la Commissione europea non è più in grado di decidere sulla questione. Siamo contente di vedere che, dopo mesi di impasse da parte di Consiglio e Commissione, sarà molto probabilmente il Parlamento a riprendere in mano la delicatissima partita dei brevetti software, una partita in cui gli interessi di poche grandi aziende rischiano di soffocare quelli di tantissime piccole e medie imprese e, soprattutto, quelli della maggioranza dei cittadini.”

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